“Yaël complice”, “Yaël si stacca”, “bruciore sionista”: la facciata e il suolo dell’Università Jean-Moulin Lyon 3 sono ricoperti di cartellini. Viene sventolata una bandiera palestinese. Un centinaio di persone hanno manifestato, alcuni sono addirittura entrati nell’edificio, in un clima di grande tensione. Il motivo della rabbia? La visita di Yaël Braun-Pivet per una conferenza sulla sua carriera professionale e politica, su invito dell’associazione studentesca Poli’Gones.
Davanti alla facoltà vengono distribuiti volantini per denunciare l’arrivo di “una figura eminente dello Stato francese, una figura eminente di appoggio incondizionato alle azioni criminali dello Stato israeliano”. Sono firmati da Jeunes Insoumis, UNEF e Solidaires.
Video“Israele criminale, Yaël complice”: attivisti filo-palestinesi manifestano contro l’arrivo di Yaël Braun-Pivet a Lione
Sul posto comincia a salire la preoccupazione tra i vertici dell’università. All’inizio del pomeriggio, il presidente Gilles Bonnet ha parlato con il gabinetto Braun-Pivet. Annuncia che si sta facendo giustizia e suggerisce un possibile annullamento della conferenza. Ma la presidente dell’Assemblea nazionale è chiara: vuole mantenere la sua conferenza. Già in visita al Rodano, non intende rinunciare a questo scambio con gli studenti.
Quando arriva lì, però, gioca la carta della cautela. Di fronte ai microfoni ritiene “dannoso che alcuni preferiscano l’invettiva, l’ostruzione” piuttosto che il “dialogo”. Le parole “antisemitismo” e “ultrasinistra” non sono pronunciate deliberatamente. «Non voleva gettare benzina sul fuoco», ha confidato chi le stava intorno a Le Parisien – Oggi in Francia.
“Questa abiezione va combattuta senza sosta, in tutte le sue forme”
Pochi minuti dopo, il ministro dell’Interno prende meno guanti. “I manifestanti di estrema sinistra con idee antisemite vogliono vietare l’accesso (Yaël Braun-Pivet) in un’università. La Repubblica è di casa ovunque. Insopportabile deriva fascista di attivisti che sfruttano il dramma che vivono i palestinesi”, scrive Bruno Retailleau su X, prima di denunciarlo direttamente.
Secondo le nostre informazioni, anche Michel Barnier ha preso il telefono per dargli il suo appoggio, promettendogli che “la Francia combatterà ogni forma di antisemitismo”. La parola è liberata e assunta. Pochi istanti dopo, si è addirittura spinto ufficialmente oltre, reagendo anche lui sul social network.
Ma questa volta l’eco è più ampia, poiché la Francia è stata colpita da ripetuti atti antisemiti nelle ultime settimane. Ancor di più all’indomani dei violenti attentati avvenuti ad Amsterdam (Paesi Bassi), a margine della partita di calcio tra Ajax Amsterdam e Maccabi Tel-Aviv, contro i tifosi israeliani.
“Troppi eventi nelle ultime ore, in Francia come nei Paesi Bassi, ci hanno ricordato che questa abiezione deve essere combattuta senza sosta, in tutte le sue forme”, ha condannato. La tensione è ancora maggiore perché giovedì prossimo allo Stade de France è in programma una partita ad alto rischio tra la squadra francese e Israele.
Non è la prima volta che Yaël Braun-Pivet viene presa di mira. Di fronte alle decine di minacce ricevute, ogni volta ha intrapreso azioni legali. Quasi un anno fa, ha organizzato insieme a Gérard Larcher, suo omologo al Senato, la marcia contro l’antisemitismo che ha riunito quasi 200.000 persone in Francia.
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