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L'industria dei bitcoin e delle criptovalute esulta per la vittoria di Donald Trump

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Donald Trump, 27 luglio 2024, alla Bitcoin Conference di Nashville, Tennessee. KEVIN VERME / REUTERS

È stata una notte di nuovi traguardi per le criptovalute. Nella notte di martedì 5 novembre, il valore del bitcoin ha raggiunto il massimo storico, superando per la prima volta i 75.000 dollari (70.000 euro). Anche Ether, il successivo grande criptoasset, ha visto il suo valore aumentare, avvicinandosi a 2.600 dollari, così come le “monete meme”, parodia delle valute digitali tra cui in particolare dogecoin, promosse da Elon Musk, un fervente sostenitore del candidato repubblicano.

Questi aumenti riflettono la fiducia del settore di fronte ai risultati delle elezioni statunitensi. Innanzitutto perché il Senato è passato al campo repubblicano: il democratico Sherrod Brown, favorevole a una maggiore supervisione delle criptovalute, è stato sostituito da Bernie Moreno, un ex concessionario di automobili di 57 anni che ora è un imprenditore blockchain. Circa 40 milioni di dollari sono stati investiti in criptovalute per sconfiggere Brown, ha riferito il canale statunitense CNBC.

A questo si aggiunge, ovviamente, il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. “Siamo sull'orlo di un nuovo Rinascimento americano”, ha commentato ad esempio Tyler Winklevoss sul social network X. Poche ore prima, suo fratello Cameron aveva incoraggiato gli utenti di Internet a inserire una scheda elettorale di Trump nell'urna elettorale. I due fondatori dell'exchange di criptovalute Gemini sono tra le personalità della Silicon Valley che hanno sostenuto finanziariamente il candidato repubblicano.

Patchwork di misure a favore delle criptovalute

Se il mondo dei criptoasset è esultante all'idea di un nuovo termine per l'ex magnate del settore immobiliare, non è da ultimo perché sta sfruttando i suoi punti di forza da maggio. Originariamente un critico vocale del bitcoin, il repubblicano da allora ha compiuto una svolta di 180 gradi e ora difende i criptoasset. “Gli Stati Uniti saranno la capitale mondiale delle criptovalute”, ha dichiarato il 27 luglio, sul palco della Bitcoin Conference a Nashville, nel Tennessee, davanti a una folla esultante.

Tra le misure che il miliardario intende adottare una volta rieletto ci sono quella di abbandonare ogni progetto per un dollaro digitale, licenziare Gary Gensler (presidente della Securities and Exchange Commission statunitense, noto per la sua posizione severa nei confronti del settore) e istituire un riserva strategica di bitcoin da parte del governo statunitense. Ma, cosa ancora più sorprendente, vuole anche garantire che il “mining” – cioè la creazione in rete – dei bitcoin avvenga esclusivamente sul suolo americano. Quest'ultima idea era sconcertante, data la natura decentralizzata del processo di mining, e ha lasciato un certo numero di osservatori a chiedersi quale fosse la reale comprensione dell'ex presidente su come funzionano le criptovalute.

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