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Dopo la vittoria di Donald Trump, la sinistra francese è divisa sui risultati elettorali

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-/AFP Per gli Insoumi, la sconfitta di Kamala Harris dimostra che solo una sinistra rivoluzionaria può vincere contro l’estrema destra.

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Per gli Insoumi, la sconfitta di Kamala Harris dimostra che solo una sinistra rivoluzionaria può vincere contro l’estrema destra.

POLITICA – La sinistra francese ha trovato un nuovo osso da rosicchiare: l'analisi dei risultati delle elezioni americane. Se deplora all’unanimità il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca ed è preoccupata per le sue conseguenze sulla democrazia, sull’ecologia o sui diritti delle donne e delle minoranze, non è d’accordo sulle lezioni da trarre da esso.

“Non possiamo sconfiggere l’estrema destra reazionaria senza un chiaro progetto alternativoassume il coordinatore di La insoumise Manuel Bompard. Non possiamo mobilitare le persone su una linea neoliberista e senza rotture sociali e geopolitiche”. Secondo lui, questi precetti devono essere “meditato”pena la sofferenza di domani “nuovi postumi elettorali”.

Gli Insoumi sono convinti di una cosa: solo di sinistra “rottura” ci permette di affrontare il campo conservatore. “Gli Stati Uniti non potevano scegliere la sinistra: non ce n’era. Quando non c’è più la sinistra, non c’è più limite alla destra”ritiene il fondatore del movimento Jean-Luc Mélenchon. Secondo loro, la sconfitta di Kamala Harris si spiega con una campagna elettorale troppo centrale. “Non possiamo battere l’estrema destra con un programma neoliberista sul piano economico, debole sulle questioni sociali, superficiale sulle questioni democratiche, opportunista sulle questioni identitarie, inesistente sull’ecologia, anti-migranti e imperialista”difende la deputata Danièle Obono.

Uno dei punti di tensione ai loro occhi è la questione palestinese, poiché la candidata democratica è stata cauta nel sostenere Gaza, attenta a non alienare Israele. “Il campo democratico americano deve mettere in discussione i propri valori”decide il deputato Aymeric Caron, per il quale “ sostenendo attivamente il genocidio, consentendo la morte e la mutilazione di decine di migliaia di bambini, consentendo e difendendo il peggio che l’umanità può produrre […] porta logicamente al fallimento il campo che pretende di incarnare il progressismo”. Anche se, per il momento, non ci sono dati consolidati che supportino la tesi di un voto sanzionatorio su questo tema che avrebbe cambiato le elezioni.

“Harris ha fatto Hollande”

Per l'ex deputato della LFI François Ruffin, che invoca instancabilmente la riconquista dei territori rurali e popolari, dove il Rally Nazionale ottiene i suoi migliori risultati, la sconfitta di Kamala Harris è il segno “che abbiamo bisogno di una sinistra che, qui come là, può vincere solo essendo di sinistra. Riconquistando i cuori popolari, le terre della classe operaia”. “Kamala Harris ha fatto l'Olanda”si rammarica del deputato Antoine Léaument, che spiega: “C’è anche la preoccupazione in Francia che alcuni vogliano seguire questa strada a sinistra, una strada morbida e flessibile, che alla fine porterà l’estrema destra al potere”.

Inoltre, quando l’eurodeputato socialista Raphaël Glucksmann dà la propria lettura dei risultati (“L’elezione di Trump è uno di quei punti di svolta che plasmano la storia”), gli Insoumi lo prendono al volo. “Come puoi essere così fuori strada?risponde Antoine Léaument. È la linea politica che voi sostenete in Europa e in Francia che ha portato, negli Stati Uniti, alla sconfitta contro Trump”. “La sconfitta di Gluskmann contro la Le Pen”schematizza l'ex deputato della LFI Sébastien Rome. Secondo lui, “la perdita delle classi lavoratrici è evidente” : “Quando due candidati sono miliardari, vince chi colpisce di più gli immigrati”.

“Nessuna lezione morale”

“Kamala Harris non è riuscita a mobilitare l’elettorato popolare necessario per la sua vittoria”afferma la presidente del gruppo LFI Mathilde Panot in un comunicato stampa diffuso a mezzogiorno. Lei è sicura: “Solo una sinistra radicale e popolare può prevalere contro l’estrema destra”. Per il primo segretario del Partito socialista Olivier Faure i risentimenti non devono prendere il sopravvento a sinistra. “Ora non è il momento delle lezioni morali ma dell’affermazione di un progetto per la Francia e l’Unione Europeadice. La sinistra europea deve rivendicare la propria strada: internazionalista, umanista, democratica, ambientalista. Nella rassegnazione c’è solo fatalità”.

Clémentine Autain, che ora siede tra gli ambientalisti, lo riconosce “Le condizioni elettorali e i paesi differiscono”. Nonostante tutto, anche lei chiede “imparare lezioni” : “La sconfitta delle élite, la rottura tra leader e popolo, la disinformazione e l’ascesa dei media di estrema destra ci stanno portando al fascismo”.

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