CLa cosa strana dei democratici americani è che non imparano. Se Donald Trump ha vinto, abbiamo ragione a dire che è grazie alla campagna di Kamala Harris. Come Hillary Clinton, la rivale di Trump alle elezioni presidenziali del 2016, aveva completamente torto dall’inizio alla fine.
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Kamala Harris sta andando bene in televisione. Ispira anche una certa simpatia, con una bella risata di cui forse ha abusato, come se fosse tutto ciò che aveva. Ma ha commesso l’errore fatale di ripetere punto per punto una strategia, quella di Hillary Clinton, che aveva fallito miseramente otto anni fa. In primo luogo, contro il candidato repubblicano, ha condotto una campagna sulla moralità con il sostegno di tutte le “élite” di Hollywood e di quasi tutti i media.
Il coro delle anime pure
Nelle ultime settimane la mobilitazione delle celebrità è stata al culmine. Da Beyoncé a Richard Gere a Leonardo DiCaprio, tutti, avvolti in probità e buona coscienza, hanno messo in guardia contro il “fascismo” in marcia. Anche Arnold Schwarzenegger si è unito al coro delle anime pure. Per quanto riguarda i giornalisti americani, spesso sembravano impegnati in una missione, una missione per salvare la democrazia e l’America in pericolo. Alcuni finivano addirittura per somigliare, con un discorso opposto, ai grotteschi predicatori o telepredicatori del campo trumpista.
LEGGI ANCHE VIVERE. Elezioni presidenziali americane: Donald Trump celebra la sua vittoria davanti ai suoi sostenitoriEppure è una legge infallibile che ormai tutti dovrebbero aver imparato: più viene attaccato dall’America dall’alto, più Trump può sperare di portare dietro di sé l’America dal basso. Gli “affari” e i processi non avevano già avuto la meglio su di lui nel 2016. Non più degli editoriali al vetriolo del New York Times e quasi tutti i quotidiani. Perché allora lo abbiamo rinviato al 2023 e al 2024, con la stessa eccitazione, come se non ci fosse bisogno di cambiare una strategia che non aveva funzionato? I democratici e la sinistra americana non hanno perso la testa?
Discorso frammentato
Da scoprire
Canguro del giorno
Risposta
Alla fine, la colpa più grande di Kamala Harris è stata soprattutto quella di aver tenuto un discorso frammentato, segmentato, rivolgendosi a turno a ciascuna delle comunità del Paese mentre Donald Trump, come Joe Biden che aveva sconfitto quest'ultima nel 2020, si rivolgeva al popolo americano come nel suo insieme, con un messaggio nazionale, se non patriottico. Questa è forse una delle grandi lezioni di queste elezioni: a differenza del patriottismo, il comunitarismo non paga – o non più. La prova è che il candidato repubblicano che per primo ha parlato dell'America ha conquistato elettori di ogni ceto sociale e, secondo alcuni sondaggi, ha fatto seri progressi anche tra i neri.
Per non parlare della classe operaia, come mostrano i risultati della Pennsylvania. Avviso a chi, in Francia, gioca la carta comunitaria. La sinistra francese che, negli ultimi tempi, ha preso a modello quella americana, con la stessa demagogia comunitaria e gli stessi tic linguistici, ora ci dirà che dobbiamo cambiare le persone se hanno così tanto torto. Forse bisognerebbe pensare prima a cambiare gli strumenti e le strategie.
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