Negli Stati Uniti d’America Donald Trump rivendica la vittoria. Emmanuel Macron si congratula con lui e scrive “essere pronti a lavorare insieme come abbiamo potuto fare per quattro anni. Con le tue convinzioni e con le mie. Con rispetto e ambizione. Per più pace e prosperità. » Questo evento globale è un terribile affronto al progressismo. E il wokismo, la sua stupida appendice.
La vittoria di Trump è soprattutto la sconfitta, la disfatta del Wokismo, questo miscuglio di falsa scienza, moralità adulterata, odio per se stessi, disprezzo per la verità. Il populismo è stato espresso. Questo populismo che, in verità, non è altro che l'affermazione della voce e della ragione del popolo. Tutto il contrario della caricatura che la nostra intellighenzia sacralizzata vuole disegnarci e imporci.
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Nemmeno un capriccio delle urne
Questa vittoria supera di gran lunga la vittoria elettorale di un solo uomo. È ancora di più il segno magistrale del risveglio delle legioni del buon senso e della cultura della realtà. Queste elezioni dovrebbero segnare per l’Occidente nel suo insieme, qua e là, in patria e a Bruxelles, il primo anno di quella che potrebbe essere una riconquista. O comunque l'emergere di un nuovo respiro. Sembra, parafrasando chi conosci, “il crepuscolo degli idoli”. Idoli fabbricati artificialmente contro questo stesso buon senso, contro soprattutto le popolazioni. Contro l’immensa massa di persone della vita reale. Inoltre, il presidente eletto Donald Trump dice la verità – oh, tantissimo – quando afferma “Abbiamo scritto la storia”. Questo infatti esiste. E nessuno potrà agire come se si trattasse soltanto di un “deplorevole” incidente elettorale, di un capriccio dei sondaggi, di uno scherzo del diavolo, di un deplorevole malinteso. Questo è ovviamente ciò che le brave menti qui cercheranno spudoratamente di farci ingoiare.
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I postumi del globalismo, ieri ancora felici
Ma la questione per noi oggi, con il naso davanti allo straordinario risultato, è sapere cosa ne faremo. Quale interpretazione proporranno i nostri media, le autorità, i nostri uffici ministeriali, le autorità europee confinate nel beato globalismo? Aspettiamo il pentimento. Siamo in attesa delle analisi rifondative. Aspettiamo con impazienza le reazioni dell'università. Auspichiamo una salutare umiltà intellettuale in tutto il Paese, tra i nostri cari studiosi in particolare, questa umiltà così necessaria, soprattutto negli illustri media che nelle ultime settimane ci hanno bombardato con ciò che il risultato della giornata relega, piaccia o no , nel registro delle fake news. E' così.
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Possiamo e dobbiamo sperare in un nuovo giorno in casa, almeno da quella parte. Se non altro a causa del fenomenale schiaffo che è stato appena dato al pietoso cosiddetto fuoco di sbarramento repubblicano nel secondo turno delle elezioni legislative di questa primavera. Diga fuori terra, manipolazione indegna, infatti, contro le vere aspettative della gente. Ci è appena stata data la dimostrazione attraverso la voce dello Zio Sam. Quest'alba del 6 novembre, il giorno, per noi, è sorto in Occidente.
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