I risultati delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti alla fine si sono rivelati meno vicini del previsto e Donald Trump potrà probabilmente candidarsi per la seconda volta alla Casa Bianca. Il Senato è già suo, mentre anche la Camera dei Rappresentanti potrebbe passare al campo repubblicano.
La reazione dei mercati non si è fatta attendere. Già ieri a Wall Street gli investitori avevano cominciato ad anticipare la vittoria di Donald Trump con un rialzo dell'1,23% dell'indice S&P 500. E questa mattina i contratti futures erano ancora in rialzo dell'1% sul mercato americano.
“La buona notizia è che una presidenza Trump sarà sinonimo di tasse più basse per le imprese americane, con le imposte sulle società che potrebbero scendere al 15%… questo dovrebbe accelerare gli investimenti delle imprese”, osserva Christopher Dembik, consulente in strategia di investimento presso Pictet ZAM.
Gli analisti della Bank of America hanno calcolato che una riduzione dell’aliquota fiscale dal 21% al 15% aumenterebbe del 4% gli utili per azione delle società dell’indice S&P 500.
Da parte sua, Stephen Dover, direttore del Franklin Templeton Institute di Franklin Templeton, ritiene che “i maggiori vincitori saranno i settori e le industrie che accoglieranno un contesto normativo più favorevole alle imprese, comprese le società di combustibili fossili, i servizi finanziari e le società a piccola capitalizzazione, mentre si attenuano i timori di un tetto massimo dei prezzi dei farmaci soggetti a prescrizione, il che favorirà il settore farmaceutico.
Reazione negativa delle azioni europee nel medio termine?
Se le azioni europee reagissero bene inizialmente, potrebbero comunque risentire di un impatto negativo, in particolare nel settore automobilistico, in caso di una guerra commerciale con gli Stati Uniti. Per John Plassard, direttore di Mirabaud, anche il settore del lusso e le aziende high-tech europee potrebbero subire ritorsioni commerciali americane. Anche se il rialzo del dollaro dovrebbe comunque avvantaggiare le imprese esportatrici europee.
Nelle ultime settimane i mercati hanno giocato «Il commercio di Trump», una strategia consistente nell’anticipare le implicazioni economiche di una vittoria del candidato repubblicano. Riguardano in particolare la lotta all’immigrazione (che aumenterà il costo del lavoro e rilancerà l’inflazione), lo slittamento del deficit di bilancio legato ai tagli fiscali (che avrà effetti anche sull’inflazione oltre che sul costo del debito americano ) e l'aumento dei dazi doganali (che stimolerà anche l'inflazione).
Al di là degli effetti benefici per le imprese americane, queste misure militano a favore del rialzo del dollaro e del rendimento dei buoni del Tesoro americani a 10 anni (continua anche questa mattina il suo rialzo, fino a quasi il 4,40%) con il corollario di pressioni sulle il mercato obbligazionario. Anche il discorso favorevole di Donald Trump a favore delle criptovalute sta dando impulso a Bitcoin.
Ma attenzione, la strada non è del tutto chiara per i mercati. Il ritorno di Donald Trump potrebbe anche intensificare le tensioni geopolitiche, in particolare con la Cina, avverte John Plassard.
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