Nella sua prima dichiarazione pubblica dopo la sua destituzione da parte di Benjamin Netanyahu, l’ex ministro della Difesa Yoav Gallant ha rivelato i tre principali disaccordi che hanno portato alla sua cacciata.
“Sono stato informato del mio licenziamento pochi minuti prima delle 20:00 durante una breve conversazione con il Primo Ministro”, ha detto Gallant, sottolineando che la sua priorità è sempre rimasta “lo Stato di Israele, l'IDF e il sistema di difesa”.
Gallant individua tre grandi punti di attrito con Netanyahu: la questione della coscrizione universale, che considera “fondamentale per la nostra esistenza”, la restituzione degli ostaggi che ritiene possibile “soggetta a compromessi, a volte dolorosi”, e la necessità di una politica nazionale Commissione d'inchiesta sui fatti del 7 ottobre. L'ex ministro ha anche sottolineato i recenti successi delle forze di sicurezza, in particolare a Gaza, in Giudea e Samaria, in Libano e persino in Iran, avvertendo che “ci attendono altre sfide contro l'Iran”.
“Non ho mai permesso e non permetterò mai danni all’IDF e alle organizzazioni di sicurezza”, ha concluso, invitando i funzionari eletti a “mantenere la condotta morale in questi tempi di oscurità”.
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