Reportage
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In questo stato fortemente conteso, una nuova mappa elettorale offre ai repubblicani almeno tre seggi in più al Congresso. A Greensboro, simbolo della lotta per i diritti civili, questa riorganizzazione distrettuale dai toni razzisti suscita rabbia.
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Il confronto ha certamente molteplici limiti. Un altro paese, un’altra storia, un altro sistema politico. Ma immaginate: Saint-Denis, bastione della sinistra nella periferia parigina, una città giovane e cosmopolita, improvvisamente rappresentata all’Assemblea nazionale da un deputato ottantenne di estrema destra, complottista e razzista. Questo è esattamente ciò che attende, a partire dal 3 gennaio 2025, data in cui si insedierà il prossimo Congresso americano, la città di Greensboro, nella Carolina del Nord, uno degli epicentri della lotta per i diritti civili nel Sud degli Stati Uniti. La colpa è di una mappa elettorale locale ridisegnata e sfigurata dai repubblicani – a loro vantaggio.
Nelle elezioni del 5 novembre, i cittadini di Greensboro, città di 300.000 abitanti a maggioranza di minoranze (43% neri, 9% latini), dove l'età media non supera i 35 anni, dovrebbero votare in gran parte per Kamala Harris. Ma se la Carolina del Nord è una delle sette «Stati oscillanti» corteggiato con entusiasmo dai due candidati alla Casa Bianca, il voto legislativo, in questa circoscrizione
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