I tagli ai posti di lavoro, in aumento in Francia, preoccupano diversi deputati che chiedono al governo di agire.
Pubblicato il 05/11/2024 19:58
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Da un lato c'è Auchan, che martedì 5 novembre ha annunciato 2.400 tagli di posti di lavoro nei prossimi anni e chiusure di negozi. E dall'altro Michelin, fiore all'occhiello dell'industria francese, che prevede di chiudere due stabilimenti in Francia, a Cholet (Maine-et-Loire) e Vannes (Morbihan). Questa volta, poco più di 1.200 posti verranno eliminati entro l'inizio del 2026. Due annunci simultanei e la stessa preoccupazione che domina le domande al governo.
Ben cinque deputati hanno sfidato il governo, a cominciare dall'ecologista Charles Fournier, deputato dell'Indre-et-Loire. “Michelin chi, stamattina [mardi]ha annunciato la chiusura di due siti a Cholet e Vannes, 1.254 dipendenti, General Electric a Nantes e Saint-Nazaire, 360 dipendenti. E l'elenco continua, deplora il funzionario eletto. In quanto potere pubblico, è in gioco la vostra responsabilità. Abbiamo bisogno di uno Stato strategico. Tuttavia si dà la sensazione che non esista un pilota o un pilota che abdica.”
Poi è il comunista André Chassaigne a prendere la parola per parlare “giorno nero” per l'industria francese. Secondo lui gli annunci e le soddisfazioni del governo si scontrano con il muro della realtà e per rispondere a ciascuno di questi eletti è il ministro dell'Industria, Marc Ferracci, a prendere il microfono. “Abbiamo discusso con tutti gli eletti, discusso anche con il management Michelin, per quanto riguarda i siti di Cholet e Vannes, e nelle prossime ore metteremo tutti attorno a un tavolo per parlare dei siti di recupero, dice. Per quanto riguarda il sostegno ai dipendenti, abbiamo chiesto, con il ministro Antoine Armand, che gli impegni assunti dalla direzione Michelin, e che saranno assunti nel contesto di altre questioni, siano estremamente forti e garantiscano che nessuno venga lasciato indietro.”
Marc Ferracci fa riferimento anche a una risposta a lungo termine a livello europeo, poiché è qui che si svolge la concorrenza internazionale, in particolare con l'industria automobilistica cinese. Promette di lavorare nei prossimi mesi a un piano di ripresa a livello europeo. E poi Michel Barnier ha parlato ancora di questo tema proprio al termine del colloquio con il governo. Interrogato dai deputati che gli chiedevano se fosse orgoglioso di questi tagli di posti di lavoro, di queste decisioni aziendali, il primo ministro ha risposto che, ovviamente, non può essere “ferro” di questo tipo di decisione, ma assicura che è una priorità del governo preservare e ricostruire il tessuto industriale francese.
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