I sindacati temevano il piano sociale, conferma Auchan. Un progetto di piano sociale è stato presentato martedì 5 novembre ai rappresentanti del personale martedì mattina. In totale sono a rischio 2.389 posti di lavoro e si prevede la chiusura di una decina di negozi
In difficoltà da diversi anni, Auchan ha annunciato di aver presentato martedì 5 novembre un progetto di piano sociale che mette a rischio 2.389 posti di lavoro in Francia, comportando anche la chiusura di una decina di negozi. Di questi tagli di posti di lavoro, 784 riguardano le sedi centrali e 915 riguardano i negozi.
Prima dell'annuncio ufficiale, Franck Martinaud, rappresentante del sindacato del commercio al dettaglio FO, ha dichiarato: “Abbiamo già avuto numerosi piani di tutela del lavoro, ma nessuno ha superato le 1.000 posizioni, se questo è il numero, è enorme”. Una cifra che arriva quindi a 2.389 posti di lavoro minacciati
Fine dell'attività di consegna a domicilio
E' anche la fine del servizio di consegna a domicilio che comporta l'eliminazione di 224 posizioni. Tra i negozi “non redditizio” interessati dalle chiusure, gli ipermercati di Clermont-Ferrand Nord (Puy-de-Dôme), Woippy (Mosella) e Bar-le-Duc (Meuse) e un supermercato ad Aurillac, nel Cantal.
Il management ha tuttavia annunciato l'intenzione di creare 114 posti nelle attività “di guida” e 205 nelle funzioni di supporto. “Questo non è un progetto di decrescita che vogliamo gestire, l’abbassamento dei costi è un mezzo, non un fine” spiega Guillaume Darasse, capo di Auchan.
La direzione spera inoltre di limitare il numero di licenziamenti attraverso il sostegno ai dipendenti interessati, la formazione di riqualificazione, i congedi di riclassificazione e il piano di dimissioni volontarie.
Il sistema degli ipermercati, in cui Auchan si è specializzata, è chiaramente meno popolare. Le quote di mercato del marchio sono finora molto indietro rispetto ai suoi concorrenti. Anche Auchan si è trovata in difficoltà per le voci di vendita della filiale russa mentre le difficoltà nazionali sono state coperte da attività internazionali. A settembre 2020 un piano sociale aveva eliminato 1.475 posti e a gennaio 2020 un piano di esodo volontario riguardava 500 posti.
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