Impertinente, provocatorio, sovversivo: Canal+, nato nel 1984, impone un tono che diventa presto il suo marchio e di cui restano solo “Groland” sul canale criptato e qualche tedoforo altrove, nell'era Bolloré.
“Purtroppo lo spirito del Canale perde slancio. Siamo quasi gli ultimi rappresentanti”, lamenta all'AFP Gustave Kervern, uno dei pilastri dell'avventura “Groland”, corrosiva da 30 anni.
Il comico, divenuto sceneggiatore e regista, è un buon esempio della ricetta interna di Canal+ sin dall'inizio: lanciare giovani riprese in totale libertà.
Furtivo editorialista della “Top 50” di Yvan le Bolloc'h e Bruno Solo, Gustave Kervern ha poi preso il timone dello spettacolo “Le plein de super”: “Eravamo a ruota libera totale”.
Questa “impressione di essere in un luna park, dove tutto era gratis, dove tutto era possibile”, lo conferma Jamel Debbouze in “Very first time”, un libro di ricordi dei talenti scovati al C+ raccolti da Michel Denisot, ex conduttore di punta del la catena.
Alain De Greef e Pierre Lescure, due delle menti alla guida della prima edizione di Canal+, avevano “questo talento nel creare questo effetto di gruppo, questa ebollizione creativa, questa emulazione generale”, ricorda Gustave Kervern.
– “Troppa derisione” –
In questo duo nasce Les Nuls, quartetto che unisce due manine di C+ e due conduttori avvistati per caso su un canale regionale, divenuti simbolo di questo spirito del Canale allo stesso modo di “Les guignols de l'info”, marionette satiriche che fanno di quelli di TF1, “The corny show”.
José Garcia, ora un attore popolare, è un altro bambino del Canale. Inizialmente assistente di sala per lo spettacolo stellare “Nulle Part Else” (che comprendeva Les Nuls e “Guignols”), è stato associato ad Antoine de Caunes per far esplodere il programma.
La fine della pausa fu fischiata nel 2015, dopo l'arrivo di Vincent Bolloré alla guida della casa madre Vivendi.
“Vincent Bolloré ha infranto lo spirito del Canale, se ne vanta”, riassume all'AFP una fonte, giornalista ed ex direttore di un canale del gruppo Canal+ (uno dei pezzi dell'impero-puzzle Bolloré), che ha chiesto l'anonimato.
Il miliardario conservatore aveva dichiarato nel febbraio 2015 a France Inter che lo spirito del Canale era “un po’ troppa derisione”. Le firme scompaiono una dopo l'altra, come i “Guignols”. Nel 2020, il licenziamento del comico Sébastien Thoen (ritornato però all'ovile di C+ nel 2023) ha portato all'uscita di una trentina di dipendenti.
“Non sono assolutamente responsabile di ciò che può accadere in un gruppo di queste dimensioni”, afferma Vincent Bolloré, interrogato dalla commissione parlamentare d'inchiesta sull'assegnazione delle frequenze televisive nel marzo 2024.
– “Allucinante” –
“Groland”, di cui è proprietario anche Benoît Delépine, già autore dell'epoca d'oro di “Guignols”, si presenta come l'ultimo bastione all'interno del canale e nel panorama audiovisivo francese.
“Si tratta più di umorismo nero che quasi non esiste più in televisione, è comunque sorprendente”, spiega Gustave Kervern.
“+Gus+ e Benoît, si chiedono se non sono in fase di espulsione, se saranno su Canal+ l'anno prossimo”, racconta all'AFP Yolande Moreau, una delle attrici cinematografiche preferite della coppia Kervern-Delépine (“Mammuth”). , “Le grand soir”, ecc.).
Era anche uno dei volti di C+ all'interno della banda dei “Deschiens”. Gustave Kervern, quasi a perpetuare questo spirito del Canale, riunisce anche Yolande Moreau, altri membri di “Deschiens”, nonché un attore emblematico di “Groland” in “Je ne me sera plus faire”, una fiction prodotta da solista, trasmessa presto su Arte.
Nel cast troviamo anche Alison Wheeler e Jonathan Cohen, anch'essi passati più recentemente per l'incubatrice C+. È senza dubbio in questo tipo di progetti che risiede ancora lo spirito del Canale, o in una comica come Blanche Gardin che Yolande Moreau apprezza.
Per il suo anniversario, il 4 novembre, il canale criptato propone in particolare “40”, un programma in prima serata presentato da Antoine de Caunes, con numerosi talenti rivelati su C+.
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