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“I libri degli ordini degli industriali riflettono gli scenari di un ritorno degli scontri in mare”

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ELa nave da guerra sta salpando. Le marine militari non sono immuni – come gli eserciti di terra e le forze aeree – dal movimento di riarmo globale, iniziato a metà del decennio del 2010 e amplificato dopo l’inizio della guerra russo-ucraina. Tutti i paesi stanno rinnovando la loro flotta, e la marina francese è entrata in una fase di modernizzazione senza precedenti dagli anni '90, osserva Pierre Eric Pommellet, amministratore delegato del Gruppo Navale e presidente del Groupement des industrie de Construction etactivity navales (Gican), organizzatore da lunedì Da giovedì 4 a giovedì 7 novembre, a Villepinte (Seine-Saint-Denis), Euronaval, la più importante fiera della difesa navale.

Industriali, alti ufficiali, politici ed esperti valuteranno i mezzi pesanti, ma anche le ultime innovazioni, come il cannone elettromagnetico antimissile iperveloce progettato dall'Istituto di ricerca franco-tedesco di Saint-Louis (Alto Reno) o lo sciame di droni sottomarini autonomi con intelligenza acustica della società Arkeocean. La prova che, accanto al mercato storico dominato dai grandi gruppi, nell’ecosistema finora chiuso dell’industria della difesa si sta sviluppando un mercato emergente di PMI.

Ha fatto molta strada, atrofizzato dalla politica del “dividendo di pace” degli occidentali, quando l’URSS morente e poi la caotica Russia degli anni ’90 non rappresentavano più una minaccia esistenziale ai loro occhi. Anche durante la Guerra Fredda, le flotte militari concentrate nel Nord Atlantico non hanno svolto il loro ruolo complessivo durante la Seconda Guerra Mondiale, ruolo che ritrovano oggi, sottolinea Nicolas Mazzucchi, direttore della ricerca presso il Centro Studi Strategici Navali (CESM) .

Minaccia globale

Questa pausa strategica portò alla chiusura di molti cantieri navali e ad una drastica riduzione delle flotte. La marina francese è passata da 147 navi a 80 dal 1985, indica un rapporto parlamentare del 2022; secondo il CESM, la Marina americana è scesa da 594 a 271 edifici tra il 1987 e il 2015, e deve affidare parte della loro manutenzione a cantieri navali giapponesi e sudcoreani. Un logoramento che si accompagnò tuttavia ad un ammodernamento degli equipaggiamenti, dato che il tonnellaggio di un'armata non era più l'unica misura della sua potenza e della sua efficacia.

La pausa si è conclusa all’inizio degli anni 2010, quando gli occidentali hanno cominciato a preoccuparsi per l’apertura delle nuove Vie della Seta da parte di Pechino nel 2013, per le ambizioni navali che si estendevano oltre il Mar Cinese e per il desiderio di superare gli americani nel 2049, anno dei 100.e anniversario della Repubblica Popolare.

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