Lo stesso Edouard Philippe ha affermato durante il loro passaggio al potere nel 2017 che avevano in comune il fatto di essere entrambi normanni e quindi “violentemente moderati”, ma anche “conquistatori”. Probabilmente non pensava di dirlo così bene: un anno dopo aver lanciato un “appello comune” all’unità di fronte “alle sfide del mondo” (era l’indomani degli attentati del 7 ottobre), l’ex Il PS e gli ex repubblicani si sono lanciati (ognuno per conto proprio) in una corsa a lunga distanza, sul campo, in vista delle prossime presidenziali.
Bernard Cazeneuve, che si definisce ancora “socialista”, inizia oggi un “giro delle regioni” che inizia con Saint-Nazaire nella Loira Atlantica dove parlerà di produzione industriale. Allo stesso tempo, distilla le sue confidenze alla stampa, come a Ouest France, al quale ha annunciato questa mattina che presenterà con il suo partito, la Convenzione, lanciata un anno e mezzo fa, “un progetto per il paese al a partire dalla prossima estate.
Edouard Philippe, dal canto suo, non smette di far sapere che le sue squadre stanno lavorando ad un programma che sarà “massiccio”, e continua il suo tour in Francia. È stato in Alta Savoia la settimana scorsa per due giorni, seguito da Le Figaro, perché se resta come sempre a una buona distanza dai media e dall'attualità, anche il fondatore di Horizons cerca di apparirvi di tanto in tanto, come la Santa Vergine, come lui stesso dice parodiando Audiard, senza che “si instauri il dubbio”. ”.
Sono ancora molto diversi
L'Haut-Normand Edouard Philippe mostra una determinazione a candidarsi che il Bas-Normand Bernard Cazeneuve non ammette. L'ex primo ministro di François Hollande si dice addirittura pronto a sostenere un'altra candidatura per un comizio di sinistra, se si rendesse necessario. Va detto che laddove naviga tra cinque e dieci punti di intenzioni di voto a seconda delle ipotesi, il sindaco di Le Havre può vantarsi di avere in questa fase più possibilità di qualificarsi per il secondo turno di n, indipendentemente da quale dei potenziali candidati da destra e dal centro.
Bernard Cazeneuve dovrà fare i conti non solo con la concorrenza sul versante socialdemocratico di un Raphaël Glucksmann o di un François Hollande, ma anche con un partito socialista guidato da sostenitori dell'unione con la Francia ribelle. In ogni caso fino al prossimo Congresso del PS, previsto per il 2025. Basti dire che la strada è ancora lunga.
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