Gli spargifango hanno salutato domenica 3 novembre la visita del re Felipe VI, del primo ministro spagnolo Pedro Sanchez e del capo del governo regionale della comunità autonoma di Valencia, Carlos Mazon, mentre i tre uomini si recavano alla prima volta a Paiporta, epicentro delle terribili alluvioni che hanno devastato la provincia il 29 ottobre.
« Assassini», “Dimissioni Mazon”, “Sanchez, cane”, “Via da qui, pagliacci”, “Non ci è rimasto più nulla”, “Le persone stanno morendo”« Dove eravate? »gridano infuriati i residenti locali nei video registrati dai media spagnoli. Oggetti e pietre volano e il manico di una pala colpisce Pedro Sanchez, che si allontana rapidamente dalla scena. Macchiato di fango, il re Filippo VI rifiuta di andarsene e continua la sua visita, avvicinandosi agli abitanti di questa cittadina priva di acqua potabile per ascoltare le loro lamentele o rispondere ai loro rimproveri.
“Non è venuto nessuno, abbiamo dovuto organizzarci”castiga un giovane, che cerca di calmare. Altrove, la regina Laeticia consola una vittima in lacrime e scoppia anche lei in lacrime. Rabbia “non è contro di te”gli dice un uomo, lasciando intendere che l'ostilità ambientale si rivolge più ai leader politici, il socialista Pedro Sanchez e il conservatore Mazon, entrambi criticati in Spagna.
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Decine, addirittura centinaia, di persone risultano disperse
A cinque giorni dalle inondazioni che hanno causato la morte di almeno 210 persone nella regione di Valencia, secondo il conteggio definitivo e provvisorio di domenica sera, di cui 72 a Paiporta, dominano l'indignazione e l'esasperazione di fronte all'incapacità delle amministrazioni, altamente decentralizzato, per rispondere efficacemente alla portata della tragedia. Decine, se non centinaia, di persone risultano disperse. Un elenco provvisorio di 1.900 Le chiamate riguardanti possibili persone scomparse non sono ancora state aggiornate, secondo il sito eldiario.es che ha avuto accesso a un documento del comitato di crisi, cifra smentita dal governo valenciano, che rifiuta di fornire una valutazione dei dispersi. Garage e scantinati ancora inaccessibili contengono senza dubbio corpi senza vita.
Dopo un disastro naturale, un soccorso rapido è fondamentale. Venerdì una donna è stata ritrovata viva, dopo essere sopravvissuta per tre giorni nel tunnel di Benetusser, intrappolata nel suo veicolo, secondo una nota dei servizi di emergenza. Cinque giorni dopo l'alluvione che ha sommerso i comuni della riva sud del Turia, nessuno pensa più che un simile “miracolo” possa ripetersi.
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