Di solito, i sindacati forniscono al campo democratico un pool di attivisti che mantengono viva la campagna sul campo, nelle aziende, nelle operazioni porta a porta, ma quest'anno diverse grandi federazioni di lavoratori hanno deciso… Di non decidere , a non invitare i propri membri a votare per Kamala Harris o Donald Trump perché avvertono una disconnessione tra i leader a livello nazionale che sono chiaramente pro-democratici, e la base attivista che sembra essere sempre più sedotta dal populismo e dall’oltraggio discorsi di Donald Trump.
Pensiamo in particolare ai Teamsters, un potentissimo sindacato di camionisti e magazzinieri logistici, che ha effettuato un sondaggio tra i suoi membri a fine estate. Risultato: quasi il 60% di loro pensava che avrebbe votato per Trump. Quindi la leadership nazionale ha deciso di non sostenere nessun candidato. Tuttavia, ciò sta causando disordini interni, con sezioni locali che si sono secedute e stanno facendo una campagna per Harris, come quella di Filadelfia presieduta da Richard Hooker. Per lui la scelta di sostenere il candidato democratico è l'unica possibile, perché secondo lui un ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca assesterebbe un colpo mortale alla democrazia americana, ai diritti dei lavoratori e ai sindacati.
Per i sindacalisti le cose sono chiare, Donald Trump è il candidato dei datori di lavoro, come dimostrano la sua vicinanza a Elon Musk e le sue posizioni violentemente antisindacali. Eppure Richard Hooker vede chiaramente intorno a sé alcuni suoi compagni che si stanno arrendendo le sirene trumpiste. “Trump è l’America: brutale, narcisista, dittatoriale, suprematista bianco… Incarna tutti i valori su cui è stata fondata l’America, che ci piaccia o no. Tante persone ne sono sedotte, perché parla alla parte più profonda dell'America.”
Sempre a Filadelfia, in Pennsylvania, incontriamo anche un sindacato che ha deciso di sostenere Donald Trump contro il parere della sua leadership federale.
Questo è lo IAFF, il sindacato dei vigili del fuoco e delle ambulanze. Per la prima volta in tre decenni, la sua leadership nazionale non si è schierata, e questo di per sé rappresenta già un forte disconoscimento per Kamala Harris. Ma molti membri avrebbero preferito che l’IAFF decidesse chiaramente di seguire la sua base e di impegnarsi con Trump, come il presidente della sezione di Filadelfia, Mike Bresnen: non nasconde le sue affinità filo-repubblicane, anche se questo fa rabbrividire. Spiega che nel 2020 la sua sezione è stata l'unica negli Stati Uniti a scegliere di sostenere ufficialmente Donald Trump, dopo aver condotto un sondaggio tra i suoi membri da cui è emerso che il 65% si sente pro-Trump.
Ecco due casi che mostrano il crescente divario tra i leader sindacali e la loro base, in particolare tra i lavoratori bianchi nelle ex regioni industriali di Rust. Cintura : vedevano in Joe Biden un vero alleato dei lavoratori e dei sindacati, ma non necessariamente lo trovavano in Kamala Harris. Ma è proprio in questi Stati, Pennsylvania, Michigan, Wisconsin, che il 5 novembre si giocheranno le elezioni presidenziali.
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