Nel 2021, anche il fumetto Niala, edito da Glénat, è stato preso nella tempesta ancor prima della sua pubblicazione. Questo fumetto è stato accusato di sessismo e razzismo “feticizzando” le donne nere. “Siamo stufi di questa rappresentazione che ci dice che i coloni sono coraggiosi e meritano una ricompensa”, si legge nella petizione che chiede la rimozione del libro.
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Qualche anno prima, nel 2017, era stata Mami Wata, un’avventura di Bob e Bobette, ad essere segnalata. In questione: una rappresentazione razzista e stereotipata dell’uomo nero. Di fronte alle polemiche scatenate nelle Fiandre sui social network, l’editore ha dovuto scusarsi.
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Anche Asterix non è sfuggito alle polemiche. Era il 2015, in occasione dell’uscita del Papiro di Cesare. In questione: la rappresentazione di personaggi neri con labbra carnose e accento pronunciato. Un’accusa che può essere rivolta a tanti altri album dell’indomabile Gallia, ovvero quelli in cui sono rappresentati i pirati, e Il Dominio degli Dei.
Anche i Puffi hanno avuto le loro polemiche sul tema del razzismo. In un libro pubblicato nel 2011 e intitolato Little Blue Book. Analisi critica e politica della società dei Puffi, l’autore Antoine Bueno analizza la società dei Puffi e giudica che potrebbe essere percepita come comunista, nazista e totalitaria… Ricordiamo inoltre che il primo album dei Puffi, Les Schtroumpfs black, rimase a lungo vietato negli Stati Uniti. In questione, il colore dei Puffi neri e il loro carattere violento e stupido. L’album pubblicato qui nel 1963 è stato pubblicato negli USA solo nel 2010, i Puffi neri sono diventati viola, come nel cartone animato di Hanna-Barbera degli anni ’80.
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