l’essenziale
Esposta da questo venerdì in una chiesa sconsacrata di Tolosa, l’ultima statua di James Colomina raffigura l’abate Pierre in erezione. L’artista ha spiegato a La Dépêche perché ha deciso di inviare un messaggio forte, attraverso un’opera controversa.
Perché hai voluto rappresentare l’Abbé Pierre?
Giacomo Colomina. Come tutti lo conoscevo come un santo. Volevo parlare di ciò che ha commesso, ma anche della Chiesa che lo ha nascosto per troppo tempo. Il fatto che sia sul letto di morte, ma ancora in piedi, dimostra che gli scandali, spesso nascosti, sono onnipresenti. Simboleggia il velo che la società pone su queste atrocità.
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Perché esporlo in una chiesa?
Ho voluto creare un universo di santità, con il drappo bianco, un’aureola di luce, musica religiosa, incenso pontificio, per sentire il peso della chiesa nel cammino verso la statua. Man mano che ci avviciniamo, vediamo l’erezione crescere. Non potevo installare quest’opera in strada, avrebbe perso tutto il suo significato.
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Questa creazione segna una svolta nella tua carriera. Per quello ?
Questa è la prima volta che installo una scultura in interni e la prima volta che ne realizzo una bianca. È un lavoro di transizione, un punto di svolta nel mio percorso artistico. Inizialmente l’ho fatto in rosso, ma il rosso va bene per l’esterno, per attirare l’attenzione. Qui il bianco è più appropriato, più contemplativo e solenne. Voglio evolvermi in questa direzione, esprimermi con questo nuovo linguaggio.
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È anche una svolta nel mio impegno. Voglio rimanere anonimo, come quando installo opere per strada di notte. È un argomento di libertà, che mi permette di presentare sculture così impegnate e controverse. Non me ne frega niente, parlo degli argomenti che voglio. L’arte è un’arma. Possiamo controllarlo, usarlo per cause come questa, per denunciare atrocità.
Non so se sia possibile lasciarlo più a lungo data la sua natura controversa.
Perché sarà visibile solo per due giorni?
Non so se sia possibile lasciarlo più a lungo, data la sua natura controversa e impegnata. Mi piace il lato effimero delle creazioni, che ritrovo nella street art. La data di Ognissanti è importante, doveva essere visibile adesso. E chi l’ha visto lo dirà a chi non ha potuto esserci.
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