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Marcia a sostegno del libanese filo-palestinese Georges Abdallah, in carcere da 40 anni – L'Express

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Il corteo, partito dalla stazione di Lannemezan (Alti Pirenei), ha raggiunto il penitenziario al suono di slogan come: Libera Gaza, libera Georges Abdallah.

Oltre alla situazione esplosiva in Medio Oriente, questa azione si svolge in un contesto particolare: la giustizia francese dovrà pronunciarsi il 15 novembre su una nuova richiesta di libertà condizionale presentata da Georges Abdallah.

E' ora che esca allo scoperto. Oggi è nel braccio della morte, condannato a una lenta condanna a morteha criticato Sylvie Ferrer, deputata di Insoumise, che marciava in compagnia di altri due deputati della LFI, Andrée Taurinya e Christophe Bex.

Tra i manifestanti, venuti in autobus da Marsiglia, Parigi, Bordeaux, Tolosa o Lione, Françoise, in pensione dalla Pubblica Istruzione, ha ritenuto che non si dovesse possibile tenere un uomo in prigione nel paese dei diritti umani per obbedire alle pressioni americane e israeliane.

Lasciarlo in prigione è una decisione politica. Rappresenta la resistenza palestinese ed è un emblema dell'ingiustizia francese su questi temiha dichiarato Alcine, accompagnatore degli studenti con disabilità (AESH) di Marsiglia, venuti a manifestare per la prima volta a Lannemezan.

Condannato all'ergastolo nel 1986 per complicità nell'assassinio di due diplomatici, un americano e un israeliano, Georges Ibrahim Abdallah è il prigioniero più anziano del mondo legato al conflitto in Medio Orientesecondo il suo avvocato Jean-Louis Chalanset.

Considerato anche uno dei prigionieri più anziani di Francia, l'ex leader delle Frazioni armate rivoluzionarie libanesi è dietro le sbarre dal 24 ottobre 1984, quando si recò in una stazione di polizia di Lione, pensando di essere seguito dagli assassini del Mossad.

L'ex insegnante, 73 anni, incarnazione dell'ondata di attentati che colpì la Francia negli anni '80, è libero dal 1999. Tutte le sue richieste di libertà condizionale sono state respinte. Solo uno è stato accettato nel 2013 a condizione che fosse sottoposto a un ordine di espulsione, cosa che all'epoca non è stata eseguita.

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