In retrospettiva, c’è motivo di chiedersi. La compagnia Air France ha annunciato mercoledì di aver aperto una “indagine interna” dopo che uno dei suoi aerei Parigi-Dubai ha sorvolato il territorio iracheno nel momento in cui è iniziato l’attacco missilistico iraniano contro Israele.
La società afferma che il 1° ottobre “le informazioni indicavano un imminente attacco contro Israele da parte dell’Iran con l’invio di missili balistici”. Di conseguenza, e senza attendere istruzioni da parte delle autorità irachene, Air France ha deciso di sospendere i voli dei suoi aerei sullo spazio aereo del paese a partire dalle 17:00, ora universale (cioè alle 19:00, ora di Parigi)”, si legge in un comunicato stampa di Air France trasmesso a AFP.
“Un corridoio specifico” per sorvolare l’Iraq
La compagnia precisa che quel giorno, il suo volo AF662, che collega Parigi CDG a Dubai, “stava sorvolando il sud dell’Iraq quando è iniziato l’attacco iraniano, intorno alle 16:45, ora universale. Ha lasciato lo spazio aereo del paese poco prima delle 17:00. Lo spazio aereo iracheno non è stato ufficialmente chiuso dalle autorità locali fino alle 17:56, ora universale”, si legge nella nota. Il comunicato stampa ricorda che gli aerei dell’Air France “già evitavano lo spazio aereo israeliano, libanese e iraniano” e che “il sorvolo dello spazio aereo iracheno era limitato a un corridoio specifico utilizzato da tutte le compagnie aeree”.
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Ricordiamo che i missili balistici viaggiano ad un’altitudine superiore a quella alla quale volano gli aerei di linea. Ma secondo LCI, i piloti del volo AF662 “hanno visto i missili dalla cabina di pilotaggio”, informazione sulla quale Air France non ha voluto commentare.
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Interrogato da LCI, Laurent Véque, membro dell’ufficio dell’Unione nazionale dei piloti di linea, ha dichiarato che “i fatti sono accertati e conosciuti, l’aereo si è trovato in questo corridoio iracheno nel mezzo delle ostilità lanciate dall’Iran contro Israele”. “Bisogna fare luce. […] Sicuramente oggi verrà contattata la Commissione per la salute, la sicurezza e le condizioni di lavoro (CSSCT), vogliamo sapere cosa è successo”, ha aggiunto.
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