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Sammy che ha sfidato la malattia. Coraggio, diploma ed esempio. Addio al bambino nato vecchio

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“L’importanza di andare avanti nella vita nonostante tutto è fondamentale, anche quando tutto sembra impossibile. » C’è una frase tra tante che pronunciò durante la sua breve esistenza che ritorna all’indomani della sua morte e che ci lascia sgomenti. È l’ultima cosa che ha detto Sammy Basso prima di partire per sempre, lo ha detto tre giorni fa a Venezia, mentre andava a ritirare il premio Rizzi nella categoria “Ambiente e Società” per “la forza di volontà, lo spirito di sacrificio, la il coraggio che lo sostiene: un grande esempio a cui guardare con ammirazione e gratitudine e da cercare di imitare”. Già.

Sammy Basso non c’è più. Il brillante ragazzo affetto da invecchiamento precoce, o progeria di Hutchinson-Gilford, una malattia rarissima con soli 103 casi in tutto il mondo (ed era il paziente più anziano), è morto all’età di 28 anni l’altra sera durante una cena in un ristorante, dopo un improvviso malattia. Non c’è più la sua intelligenza, la sua ironia, la sua umiltà, non c’è più la sua profondità e quella scia luminosa misteriosa e bellissima che emanava e lasciava dietro di sé. Sammy è nato il 1 dicembre 1995 e ha sempre vissuto con la famiglia a Tezze sul Brenta, non lasciando mai che la malattia con cui convivesse rompesse i limiti della sua esistenza.

Frequentò il liceo scientifico St. J. Da Ponte a Bassano del Grappa, si diplomò e si iscrisse al corso di fisica presso l’Università di Padova, per poi passare al corso di scienze naturali. Sognava di andare a lavorare al CERN di Ginevra. Dopo aver ottenuto 110 e lode, con una tesi dedicata all’esistenza di terapie per rallentare la progressione della sua patologia, ha conseguito la laurea magistrale in Biologia Molecolare presso l’Università di Padova il 23 marzo 2021. Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, gli ha conferito anche il titolo di Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica. Ha consigliato ai ragazzi di prendersi del tempo per capire cosa dovranno fare da grandi, dando il giusto valore anche al fallimento.

“Potresti non essere perfetto per perseguire e realizzare i tuoi sogni, io ne sono l’esempio. Non si è mai troppo vecchi per farlo, l’età, in fondo, non conta nulla”, ha detto loro. Ai leader del mondo di fronte al famigerato tempo delle bombe e al dolore che stiamo vivendo per i numerosi conflitti aperti sul terreno internazionale, ha dedicato una bellissima frase, delicata come una carezza ma ferma come uno schiaffo. “Se i potenti della terra capissero cosa significa lottare per la vita, non avrebbero il coraggio di fare la guerra. » E Sammy con la sua lotta e la sua testimonianza lascia un segno memorabile, nonostante il brevissimo tempo concessogli per affrontare la vita.

La sua malattia ha reso le sue cellule e i suoi organi talmente fragili che non poteva cambiarsi i calzini, correre o allacciarsi le scarpe da solo. Ha combattuto questa stessa malattia facendo conoscere il suo caso al mondo, scrivendo libri, viaggiando, attraversando popoli e nazioni. Ha cercato la positività ovunque: in famiglia, negli amici, fino alla fine. Ha dato la luce, Sammy, con generosità e altruismo. Ha illuminato le persone e gli angoli oscuri dell’anima, e lo ha fatto soprattutto per i giovani.

“La scuola è fondamentale – ha dichiarato recentemente – perché insegna anche l’ingiustizia. E l’ingiustizia ci fa crescere, l’ho sperimentato io stesso: dobbiamo insegnarlo a tutti i bambini del mondo”. E un mondo senza Sammy Basso non solo è più ingiusto, ma sicuramente anche più solitario. Ci lascia la sua eredità più grande: ha seminato il suo esempio nei nostri cuori. Abbi cura di avere tempo per portarlo nel futuro.

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