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la celebrazione della Francofonia non costituisce una politica linguistica – Libération

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TRIBUNA

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Mentre la Francia ospita da venerdì 4 ottobre il 19° vertice della Francofonia, il senatore socialista Mickaël Vallet chiede l’attuazione di una politica linguistica nazionale che tenga conto in particolare della lotta contro l’analfabetismo in generale e dell’applicazione della legge Toubon che obbliga gli attori pubblici esprimersi in francese…

Nel suo discorso di apertura del 19° Vertice della Francofonia, il Presidente della Repubblica ha elogiato la lingua francese e la sua dimensione internazionale: “Su questa lingua il sole non tramonta mai.” Tuttavia, su questo tema nessun partito viene lasciato indietro. Da Marine Le Pen che propone una “Unione francofona” a Jean-Luc Mélenchon che invoca “una Francofonia dei popoli”, tutte le famiglie politiche pronunciano ogni incantesimo presidenziale in francese. Tutti dicono Ti amo al mondo francofono con una sincerità inversamente proporzionale all’approfondimento che merita questo grande tema. Ma chi, in Francia, pensa davvero alla lingua come a una questione di politica pubblica nazionale?

Non esitiamo a compiacerci di fronte a questo consenso totale sull’interesse di dare sempre più sostanza a questa comunità di Stati francofoni. La Francia è anche il primo donatore dell’Organizzazione internazionale della Francofonia (OIF) e ospiterà il vertice venerdì 4 e sabato 5 ottobre alla Cité internationale de Villers-Cotterêts. E la parzialità del Centro di interpretazione recentemente inaugurato in questo luogo simbolo della nostra storia linguistica è coerente con lo spirito del discorso pronunciato dal Presidente della Repubblica nel 2018 in occasione della Giornata Internazionale.

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