DECRITRAZIONE – Lassana Diarra, ex giocatore del Real Madrid dal 2009 al 2012, ha appena vinto una battaglia legale contro la FIFA davanti alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE). Questa decisione, storica quanto la sentenza Bosman che pose fine alle quote di giocatori stranieri in un club europeo nel 1995, apre la strada a una moltitudine di risoluzioni contrattuali unilaterali senza compensazione finanziaria. Di cosa si tratta concretamente?
Nel 2014, mentre giocava per la Lokomotiv Mosca, Lassana Diarra sbatté la porta del club moscovita, accusandolo di un taglio di stipendio senza valido motivo. La Lokomotiv Mosca rescinde il contratto del francese, citando il fatto che quest’ultimo ha interrotto il suo contratto senza “giusta causa”.
Inoltre chiede un risarcimento di 10,5 milioni di euro e porta la questione alla Camera di risoluzione delle controversie della FIFA. L’organo giudiziario della federazione con sede in Svizzera si pronuncia in favore del club moscovita, obbliga Lassana Diarra al pagamento della somma pretesa da quest’ultimo e lo sospende dalle competizioni calcistiche per un periodo di 15 mesi. Questa decisione è confermata dal CAS.
Nel corso della procedura, l’ex numero 10 del Real Madrid ha cercato come meglio poteva di continuare la sua carriera. Tuttavia, un principio del Regolamento sullo status e il trasferimento dei giocatori (RSTJ) pone un serio ostacolo a ciò: il principio del coaddebito. Infatti, l’articolo 17 comma 2 del regolamento, che tratta delle conseguenze di una violazione del contratto senza giusta causa, prevede che “sSe un giocatore professionista è tenuto a pagare un risarcimento, il giocatore professionista e la sua nuova società saranno solidalmente responsabili del pagamento dello stesso. L’importo può essere stabilito nel contratto o concordato tra le parti. » Oltre al risarcimento, le sanzioni sportive sono previste al punto 4 dell’articolo 17:
“Oltre all’obbligo di risarcimento, verranno imposte sanzioni sportive contro qualsiasi società ritenuta inadempiente o incitante alla risoluzione del contratto durante il periodo protetto. La società che stipula un contratto con un calciatore professionista che ha risolto il suo precedente contratto senza giusta causa si presume, fino a prova contraria, aver indotto tale calciatore professionista a risolvere il contratto. La sanzione comporta il divieto per la società di tesserare nuovi calciatori, a livello nazionale o internazionale, per due periodi interi e consecutivi di tesseramento. »
Di conseguenza, qualsiasi club che volesse assicurarsi i servizi di Lassana Diarra rischiava di dover pagare un risarcimento ed era esposto a sanzioni sportive. Questo è stato il caso del club belga Charleroi. Quest’ultimo era fortemente interessato al giocatore francese ma le circostanze sopra menzionate lo hanno scoraggiato.
Lassana Diarra contro Mascherano, durante il Clásico della semifinale di ritorno della Champions League nel 2011 (Foto di David Ramos/Getty Images).
Il caso Lassana Diarra non consentirà alla FIFA di mantenere il principio del co-addebito
Questo stato di cose ha spinto Lassana Diarra a contestare il principio della co-debitazione davanti alla giustizia belga. Nell’ambito del procedimento ha posto una questione preliminare alla CGUE sulla conformità dei punti della RSTJ in materia di coaddebito con il diritto europeo.
Nella decisione odierna, la CGUE ritiene che i due articoli della RSTJ sopra menzionati siano contrari al diritto comunitario, come sottolinea Iusport.
Da un lato, lei lo ritiene le norme in questione rischiano di ostacolare la circolazione dei calciatori e, dall’altro, di restringere, o addirittura di impedire, la concorrenza transfrontaliera alla quale potrebbero partecipare tutte le società calcistiche professionistiche stabilite nell’Unione. Ritiene pertanto che non lo siano né essenziale né necessario.
Quali saranno le conseguenze concrete di questa decisione? La CGUE rimetterà il caso al tribunale belga e quest’ultimo dovrà ispirarsi alla sentenza del supremo organo giudiziario europeo per pronunciarsi. Presumibilmente, La FIFA dovrebbe essere tenuta a modificare i propri regolamenti in modo che non contengano più il principio di co-disclosure e non possano ostacolare il rilascio del certificato di trasferimento internazionale.
Quindi, in caso di controversia simile a quella di Lassana Diarra, il vecchio club dovrà rilasciare il suddetto certificato e il giocatore potrà partecipare alle competizioni calcistiche per il suo nuovo club.
In conclusione, questa decisione nel caso Lassana Diarra non lascia presagire una rivoluzione sul mercato. Tuttavia, ciò potrebbe dar luogo a situazioni controverse. Ad esempio, possiamo immaginare il caso di un giocatore che ha diversi anni di contratto rimanenti e che adduce un motivo banale affinché il suo contratto venga risolto e il suo potenziale futuro club non debba pagare un indennizzo per il trasferimento.
Sarà quindi necessario prevenire tali casi affinché non si diffondano, altrimenti l’attuale sistema di trasferimenti verrà completamente stravolto.
Giovanni Haskaj.
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