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VIDEO. “Les Bronzés”, “Walking in the Shade”, “Evening Wear”… Michel Blanc in sei film cult

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L’eterno Jean-Claude Dusse in “Les Bronzés”, attore di punta del cinema comico degli anni ’80 prima di dedicarsi ai ruoli drammatici e alla carriera da regista, Michel Blanc è morto all’età di 72 anni nella notte tra il giovedì e il venerdì. L’attore, che si considerava un “pagliaccio angosciato“, ha avuto un infarto in serata ed è stato trasportato in un ospedale parigino dove è morto, ha detto il suo entourage all’AFP, confermando le informazioni di Paris Match.

Nel cinema, Michel Blanc incarna da tempo l’archetipo del perdente, calvo, magro e baffuto, tanto esasperante quanto accattivante, in particolare in “Marche à l’ombre” (1984), da lui diretto, o “Viens chez moi, j ‘vive con un amico’ (1981). “All’epoca scrivevamo personaggi che ci erano molto vicini. Jean-Claude Dusse era chiaramente per me (…). Ho subito avuto paura che sarei stato associato ad esso per tutta la vita“, ha raccontato in primavera a Paris Match. Ecco i sei film che hanno segnato la sua carriera.

I “Bronzé” (1978, 1979, 2006)

La troupe Splendid traspone al cinema il suo successo di caffè-teatro (“Amour, coquillages et crostacei”) con “Les Bronzés”, diretto da Patrice Leconte. Grande successo poi ancora più grande, un anno dopo, con “Les Bronzés sont du ski”. Due film diventati cult.

Accanto a Jugnot, Balasko, Clavier, Lhermitte e Chazel, il pubblico scopre Michel Blanc nei panni di Jean-Claude Dusse, il debole calvo e flirt fallito le cui battute sono tramandate ai posteri.

Generazioni hanno riso quando hanno sentito “Dimentica che non hai alcuna possibilità, vai avanti, provaci! Non si sa mai, un malinteso potrebbe funzionare” o anche “Alla fine, se fossi allo stremo delle forze, potremmo considerare di concludere?” “

L’allegra banda si ritrova quasi 30 anni dopo in “Les Bronzés 3”. Il film ritrova sicuramente il suo pubblico (più di 10 milioni di entrate) ma la magia non c’è più. Michel Blanc ammette modestamente che questo non è quello che “ha fatto meglio”.

“Camminando nell’ombra” (1984)

Il primo dei cinque film da lui diretti. Senzatetto tornato in Francia, Denis (Michel Blanc), eterno lamentatore ipocondriaco, vuole tornare alla musica con il suo amico avventuriero, il bel ragazzo François (Gérard Lanvin).

Nonostante l’enorme successo di critica e di pubblico (sei milioni di spettatori), questo film segna per lui “la fine di un ciclo”. “Fino a +Camminata all’ombra+, sono rimasta dov’ero e poi mi sono detta che era il modo migliore per non nuotare mai bene…”

Ha aspettato dieci anni per tornare dietro la macchina da presa con “Grosse Fatigue” (1994), in cui interpretava un suo ruolo e che ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura a Cannes.

Poi sono arrivati ​​“Mauvaise Passe” (1999), il vaudeville “Bacia chi vuoi” (2002) e il suo seguito “See how we dance” (2018).

“Abbigliamento da sera” (1986)

Una svolta decisiva nella sua carriera. Michel Blanc prende il suo pubblico con il piede sbagliato cambiando completamente registro davanti alla macchina da presa di Bertrand Blier. “Passare dal piccolo flirt coi baffi alla francese al ragazzo che si fa scopare da Depardieu, è rischioso!”

Si muove nei panni di Antoine, che lascia la moglie per entrare in una relazione con Depardieu e finisce per scherzare con lui travestito. Scommessa vinta con il premio interpretazione a Cannes.

“Il signor Hire” (1989)

Trasforma il saggio mostrando la portata del suo talento e della sua capacità di interpretare film drammatici in questo remake (firmato Patrice Leconte) di “Panique” di Julien Duvivier, tratto da Georges Simenon.

Nel ruolo del protagonista, Michel Blanc è questo voyeur inquietante e infelice, ingiustamente accusato di un crimine.

Un grande successo, soprattutto a livello internazionale, che gli è valso definitivamente il diritto di essere considerato un giocatore completo.

“Ti trovo molto bello” (2005)

Quando Isabelle Mergault gli ha chiesto di interpretare un contadino vedovo in cerca di moglie, non ha esitato un secondo. Il pubblico seguì e il film ebbe un grandissimo successo.

Interpreta Aymé, un uomo dal cuore arido che va in Romania per trovare una compagna. Senza impegnarsi affettivamente e soprattutto per portare manodopera per la sua azienda agricola. Ma si ritrova intrappolato nell’amore.

Nella metro la gente mi diceva ‘adoriamo questo personaggio’“. Al Festival di Cabourg, Michel Blanc viene addirittura incoronato…”attore romantico dell’anno“.

“L’esercizio dello Stato” (2011)

Michel Blanc è Bernard, un vecchio veterano dei gabinetti ministeriali che assiste un ministro (Olivier Gourmet) alle prese con emergenze quotidiane e un dossier esplosivo, in uno Stato che divora coloro che lo servono.

Nuovo personaggio contro il lavoro, quello di un uomo impassibile e sicuro di sé in questo thriller politico.

Già nominato quattro volte al César del miglior attore, ha vinto il suo primo film in un ruolo secondario.

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