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Focolaio del virus Marburg in Ruanda

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L’OMS ha lanciato l’allerta per una nuova preoccupante epidemia. Questa volta è il virus Marburg che è al centro delle preoccupazioni internazionali, avendo recentemente colpito duramente il Ruandadove sono stati confermati 26 casi di contagio e 11 decessi. L’epidemia, segnalata dalle autorità ruandesi il 27 settembre, ha colpito soprattutto gli operatori sanitari. Attualmente sono 19 le persone trattate in isolamento, mentre sono oltre 290 i contatti identificati e monitorati dalle autorità sanitarie.

Cos’è Marburg?

La malattia, causata dal Marburg marburgvirus (MARV), è simile all’Ebola e appartiene alla stessa famiglia virale, i Filoviridae. I sintomi comprendono febbre alta, mal di testa, affaticamento e, nei casi più gravi, sanguinamento delle mucose e del tratto gastrointestinale. Il tasso di mortalità, anche se variabile a seconda del ceppo, può arrivare fino a 90%. Fortunatamente, a differenza di altri virus, richiede contatto diretto con fluidi o tessuti infetti trasmettere e non può diffondersi da un ospite all’altro per via aerea.

Modalità di trasmissione

Come Nipah, Marburg viene trasmesso principalmente dagli animali. In particolare, il contagio umano inizia generalmente a seguito di una prolungata esposizione a pipistrelli della fruttache costituiscono il serbatoio naturale del virus. Toccare, inalare o ingerire materiali entrati in contatto con l’animale infetto potrebbe essere sufficiente per trasmettere il virus al nuovo ospite. Per quanto riguarda la trasmissione da uomo a uomo, il rischio di trasmissione aumenta notevolmente durante le fasi avanzate della malattia, quando compaiono secrezioni sul corpo del paziente. Ciò mette particolarmente in pericolo operatori sanitari e i familiari che assistono i malati.

Sintomi e trattamento

All’inizio della malattia, la diagnosi di Marburg è difficile da distinguere da molte altre malattie febbrili a causa della somiglianza dei sintomi clinici: febbre, mal di gola, eruzioni cutanee, dolori addominali, sangue dal naso e, nella maggior parte dei casi gravi, possibile sanguinamento dagli occhi. Negli stadi avanzati della malattia, i sintomi possono essere gravi mal di testa E emorragie mucose e gastrointestinale.

Attualmente non esiste un vaccino approvato per la malattia di Marburg, sebbene siano in fase di sperimentazione alcuni vaccini candidati. Le misure di contenimento dell’epidemia si basano principalmente su quarantena e il tracciamento dei contattimentre gli esperti sottolineano la necessità di prevenzione e controllo rigoroso per evitare una diffusione più ampia.

L’Oms si è già attivata

In risposta all’emergenza, l’OMS ha intensificato gli sforzi di sostegno e sta lavorando con le autorità ruandesi per contenere il virus. Sabato scorso, il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus ha riaffermato tramite la piattaforma X (ex Twitter) l’importanza della cooperazione internazionale per fermare il contagio.

Inoltre, il 30 settembre, l’OMS ha ospitato una teleconferenza a Ginevra per discutere possibili strategie di sperimentazione di vaccini e trattamenti con esperti ruandesi e membri del consorzio MARVAC, un gruppo di aziende e organizzazioni impegnato nello sviluppo di soluzioni terapeutiche per la malattia di Marburg. Sebbene finora la maggior parte dei focolai di Marburg siano stati rapidamente contenuti, il timore è che se questi dovessero diffondersi, il mondo potrebbe affrontare una nuova emergenza sanitaria globale.

Allarme alla stazione ferroviaria di Amburgo

Un binario alla stazione centrale di Amburgo, in Germania, è stato isolato per diverse ore, polizia e vigili del fuoco a terra, il binario chiuso fino alla fine delle operazioni. L’intervento è scattato a seguito di un’allerta di Marburg. Il virus è da alcuni giorni sotto i riflettori internazionali perché – come riportato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) – a fine settembre il Ruanda ha segnalato il primo focolaio e sta lottando per contenere la malattia. Ed è proprio per un passeggero del Paese africano che ha sviluppato sintomi durante il viaggio che, secondo quanto riportato dai media, sono stati avviati i controlli ad Amburgo. Il timore era che la persona, uno studente di medicina di 26 anni, potesse essere portatore del pericoloso virus che ha già causato 26 casi accertati e 8 morti in Ruanda, secondo il rapporto aggiornato pochi giorni fa. Il 70% dei pazienti intercettati in Ruanda sono operatori sanitari di due strutture sanitarie di Kigali. E, come ha riferito alla ‘Bild’ un portavoce dei vigili del fuoco, pare che il giovane che aveva sviluppato sintomi influenzali con la sua ragazza su un treno ad alta velocità da Francoforte avesse assistito in Ruanda un paziente che aveva contratto una malattia infettiva. Non ci sono molti dettagli, ma la coppia era arrivata a Francoforte in aereo dal Paese africano. Gli agenti della polizia e dei vigili del fuoco hanno portato i due in una clinica specializzata.

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