Martedì 1È In ottobre l’Iran ha lanciato 188 missili sul territorio israeliano, la maggior parte dei quali intercettati dall’esercito israeliano e dal suo alleato americano. Allo stesso tempo, precisa Maya Cohen al quotidiano Maariv, “sette civili israeliani sono stati assassinati da un palestinese della Cisgiordania nel cuore di Giaffa”, a sud di Tel Aviv. Nella stampa israeliana domina la sorpresa.
Come scrive Ronen Bergman Yediot Aharonot, giornale liberale di destra, “la maggior parte degli osservatori ed esperti, ‘fumoso‘ da Teheran e dalla sua apparente apatia dopo la liquidazione [le 27 septembre] di Hassan Nasrallah [le secrétaire général du Hezbollah]ritiene che la Repubblica islamica si asterrà dal reagire rapidamente e preferirebbe valutare prima il fallimento della sua politica proxy [intermédiaires] alla luce della destabilizzazione di Hezbollah e facendo attenzione a non coinvolgere gli Stati Uniti, nella speranza di riavviare il dialogo sul programma nucleare iraniano“.
Ma, continua, “non è successo.” Peggio ancora, “L’Iran non sembra aver compreso appieno la temperatura che regna nella società israeliana, oltre che ai vertici del governo” L’irriducibile Benjamin Netanyahu.
Nel quotidiano di sinistra
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