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di fronte ad una “situazione di bilancio grave”, Maud Bregeon evoca “contributi mirati, eccezionali e temporanei”

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“La priorità resta la scuola! »ha affermato Michel Barnier nel corso della sua dichiarazione di politica generale. Una priorità la cui tabella di marcia, brevemente accennata, resta indeterminata. In un momento in cui la comunità educativa chiede stabilità nelle politiche educative, il Primo Ministro sembra escludere qualsiasi novità “grande riforma” o “ennesima revisione dei programmi”preferendo garantire la “buon funzionamento [des] stabilimenti”.

Non c’è quindi nulla da sapere se continuerà o meno la politica chiamata Gabriel Attal “shock di conoscenza” la maggior parte delle cui misure sono sospese, in particolare la riforma dei brevetti, mentre quella di “gruppi di livello” O “gruppi di bisogno” al college rimane altamente contestato. Il capo del governo ha parlato alla rinfusa delle ambizioni del “rivalutare la missione dell’insegnamento”, “sostenere gli studenti in difficoltà”, “consolidare le conoscenze fondamentali”, ” migliorare […] inclusione educativa »o addirittura la lotta al bullismo nelle scuole, senza misure tangibili.

L’unico elemento concreto discusso riguarda la sostituzione dei docenti assenti, una questione importante per gli studenti e le loro famiglie, soprattutto quando si tratta di un lungo periodo. “Al di là dei miglioramenti in termini di organizzazione e formazione, non si potrebbe, ad esempio, fare appello agli insegnanti volontari in pensione, anche per sostenere i colleghi più giovani? »ha lanciato Michel Barnier.

Questa strada è stata al centro del disegno di legge della senatrice delle Républicains Else Joseph, presentato nel maggio 2024, che mira a creare un “riserva operativa nazionale per l’istruzione” composto da insegnanti in pensione per coprire le sostituzioni occasionali. Il Ministero dell’Istruzione Nazionale, di fronte a una grave crisi di assunzioni, aveva anche incoraggiato le accademie a richiamare gli insegnanti in pensione per coprire il fabbisogno dell’anno scolastico 2024, pur riconoscendo che si trattava di un “ pool solitamente poco propenso a reinvestire.” “Chi non tenta nulla, non ottiene nulla” l’ex ministro dell’Istruzione, Nicole Belloubet, lo ha semplicemente dichiarato davanti al Senato in aprile.

Il Primo Ministro ha, inoltre, fugato ogni dubbio sul budget a disposizione dell’istruzione nazionale, la principale voce di spesa dello Stato. L’equazione appare complessa per un governo che ha fatto della riduzione del debito un obiettivo “requisito”perché il miglioramento dell’attrattività della professione, la riqualificazione dei docenti, l’inclusione scolastica o il sostegno agli studenti in difficoltà non potranno far risparmiare spese aggiuntive.

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