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perché l’Assemblea nazionale renderà omaggio alle Filippine ma non al Libano

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L’Assemblea nazionale osserverà un minuto di silenzio questo martedì pomeriggio in omaggio alle Filippine. Ma i deputati non faranno lo stesso per i due francesi uccisi in Libano, cosa che “fa arrabbiare” i deputati dell’Insoumis. “Non c’è stata unanimità” sull’argomento, spiega l’entourage di Yaël Braun-Pivet.

Un ritorno in emiciclo che comincia con una polemica. Prima del discorso di politica generale di Michel Barnier, i deputati osserveranno questo martedì pomeriggio un minuto di silenzio per Philippine, ucciso a Parigi dieci giorni fa. Ma nessun tributo sarà reso ai due francesi morti nei bombardamenti in Libano lo scorso fine settimana, come voleva La insoumise.

“Non c’è stata unanimità. Solo il Nuovo Fronte Popolare era d’accordo. Si è quindi deciso di non dare seguito», spiega l’entourage di Yaël Braun-Pivet, presidente dell’Assemblea. a livello nazionale con BFMTV.com.

“La macronie sotto ogni cosa”

Per organizzare un omaggio all’Assemblea nazionale, la procedura prevede che un gruppo lo richieda e che tutti i gruppi politici si accordino in una conferenza dei presidenti. Se il minuto di silenzio per le Filippine ha ottenuto consenso, non è stato così per le vittime francesi in Libano.

“La macronie è al di sotto di tutto”, ha detto su X (ex Twitter) la presidente dei deputati ribelli Mathilde Panot, prima di spiegare le ragioni della “sua rabbia” in una conferenza stampa.

“Ci siamo detti favorevoli a questo omaggio alle Filippine”, chiedendo “che si aggiungerà un omaggio alle 103 donne che sono già morte di femminicidio quest’anno”, ha affermato la deputata della Val-de-Marne.

Ma “questo non spiega perché non ci sia un tributo per i nostri due connazionali morti in Libano”, ha insistito.

“Evitare gli eccessi”

Questa non è la prima volta che alla LFI viene rifiutato un minuto di silenzio nell’Assemblea nazionale. Lo scorso novembre, il gruppo sperava di organizzare un omaggio ai 102 membri del personale delle Nazioni Unite che sono morti a Gaza dall’inizio del conflitto tra Israele e Hamas. Ma i capi dei gruppi parlamentari si sono rifiutati.

All’epoca, un’amica intima del presidente dell’Assemblea nazionale spiegò di voler lavorare sulla codificazione dei verbali di silenzio “per evitare eccessi in questo settore”.

Questi momenti di omaggio si sono moltiplicati negli ultimi anni nell’emiciclo, con una netta accelerazione ultimamente, dal omaggio alle vittime di Hamas, tre giorni dopo gli attentati del 7 ottobre contro Israele, all’assassinio del professore Domenico Bernardo passando accanto alle vittime della repressione L’Iran nel 2022 o ancora il giovane Thomas, morto a Crépol.

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