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Il discorso incoerente di Alcaraz sul calendario ATP

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Carlos Alcaraz si lamenta del fitto calendario, ma il suo atteggiamento è paradossale. Immagine: chiave di volta

Lo spagnolo critica un calendario troppo fitto ma gioca partite di esibizione. Dimentica anche che altri tennisti meno abbienti hanno bisogno di guadagnarsi il pane quotidiano.

Simon Häring / ch media

Nel 2022, Carlos Alcaraz ha vinto gli US Open all’età di 19 anni ed è diventato il più giovane numero 1 del mondo nella storia del tennis maschile. Da allora ha vinto altri tre tornei del Grande Slam. La rivista economica Forbes stima il suo fatturato a 42 milioni di dollari solo lo scorso anno. Dalle sue vincite sul circuito provenivano “solo” poco più di dieci milioni.

Il resto – vale a dire il triplo – arriva in gran parte dalle pubblicità per le quali lo spagnolo presta la sua immagine. Ma niente permette a questo talentuoso giocatore di guadagnare così tanti soldi in così poco tempo come le partite di esibizione. E infatti Carlos Alcaraz si riempirà presto le tasche: dal 16 al 19 ottobre parteciperà al Six Kings Slam a Riad, capitale dell’Arabia Saudita.

Questi “sei re” partecipano al torneo espositivo in Arabia Saudita.Immagine: Instagram

Il poster di questo evento è un sogno. Oltre ad Alcaraz, ci saranno queste cinque stelle:

  • Jannik Sinnernumero 1 del mondo e vincitore dell’ultimo US Open
  • Novak Djokovicdetentore del record per i titoli del Grande Slam (24)
  • Raffaello Nadal22 titoli del Grande Slam
  • Daniele Medvedevincoronato agli US Open 2021
  • Runa Holger21 anni e già numero 4 del mondo l’anno scorso

Del milioni dollari e un trucco

Ma nel Paese del Golfo non sarà questione di punti per il ranking mondiale, né di meriti sportivi, bensì di soldi.

Ogni giocatore intasca 1,5 milioni di dollari solo per la propria partecipazione. Il vincitore ne riceverà altri 6.

Si tratta del doppio di quanto Alcaraz ha ricevuto quest’anno per il titolo di Wimbledon.

In caso di vittoria in Arabia Saudita, Alcaraz riceverà molto di più che dopo la sua incoronazione a Wimbledon. Immagine: chiave di volta

Contemporaneamente all’evento di gala saudita, i concorrenti di questi “sei re” si sfideranno nei tornei ad Anversa, Stoccolma e Almaty (Kazakistan). Per un’incoronazione, punti nella classifica ATP e a premio in denaro 150.000 franchi svizzeri relativamente irrisori per il rispettivo vincitore. Questi tre tornei appartengono alla categoria ATP 250, la più bassa del circuito.

In Arabia Saudita le partite si disputeranno solo tre giorni su quattro, con la finale che si svolgerà dopo un giorno di riposo. Un consiglio dagli organizzatori. La normativa ATP, infatti, vieta ai tennisti di partecipare a “eventi non ufficiali” che si svolgono in “tre o più giorni consecutivi” durante la stagione.

Nel 2019 e nel 2022 Riyadh ha già ospitato partite di gala.Immagine: chiave di volta

Coloro che non seguono questa regola perdono il loro “status Platino”. Quest’ultimo permette ai giocatori di accedere al bonus pool di fine anno oltre che ai contributi pensionistici. Il bonus pool è una sorta di partecipazione ai profitti dei tornei. Nel 2023 ha accumulato la cifra record di 33,5 milioni di dollari, divisa tra i tennisti. Le modalità di distribuzione non sono state rese pubbliche.

“C’è la salute dei giocatori Pericolo»

Anche la Laver Cup (fondata e organizzata da Roger Federer), che si è svolta dal 20 al 22 settembre a Berlino, mette in palio grandi premi: i bonus di partecipazione sono alti e ogni membro della squadra vittoriosa riceve 250.000 franchi. Questa competizione, alla quale partecipa solo la ristretta cerchia dei migliori giocatori del mondo, vuole essere esclusiva. Carlos Alcaraz era lì e ha fatto commenti molto chiari:

“Con questo calendario ci stanno uccidendo”

Il 21enne spagnolo ha risposto alla domanda se la stagione del tennis non fosse sovraccarica. Una critica alla quale si è unito Alexander Zverev. “La salute dei giocatori è in pericolo. Non può continuare così”ha dichiarato il tedesco, che ha già preso parte anche alle partite di gala in Arabia Saudita. Tra la fine di dicembre 2024 e la metà di novembre 2025 verranno organizzati 70 tornei di diverse categorie.

I giocatori classificati tra i primi 30 mondiali sono tenuti a partecipare a otto o nove Masters 1000 oltre ai tornei del Grande Slam, a meno che non siano infortunati. Sono esenti i tennisti di età superiore ai 30 anni, che abbiano disputato più di 600 incontri nel circuito ATP e che giochino da più di 12 anni.

Coloro che non adempiono ai propri obblighi senza un valido motivo (infortunio) vedranno ridotta la propria quota del bonus di fine anno (fino a 3 milioni di dollari per giocatore). Non ci sono altre conseguenze.

Egoismo e assurdità

Queste dichiarazioni di Carlos Alcaraz e Alexander Zverev ti fanno pensare che siano egoisti. O, per lo meno, insensibili alla condizione di gran parte dei loro coetanei.

Anche Alexander Zverev ritiene che il programma sia troppo fitto.Immagine: chiave di volta

Sì, le critiche dello spagnolo e del tedesco nei confronti del calendario bastano a irritare, perché non tengono conto della situazione dei giocatori meno classificati o attualmente fermi (infortuni), che non hanno alcun reddito se i tornei vengono soppressi. Perché questi giocatori, a differenza delle superstar, hanno pochi o nessuno sponsor e non vengono invitati a milioni in Arabia Saudita per giocare partite di gala.

Dipendono interamente dalla loro capacità di competere nei tornei ogni settimana per guadagnarsi da vivere.

Assurdo e incoerente anche il grido di Alcaraz e Zverev: puntano il dito contro un calendario sovraccarico ma rendono il loro programma più pesante partecipando ad eventi come la Laver Cup e le partite di esibizione in Arabia Saudita, che giocano volontariamente perché sono ben pagati.

Alcaraz, ad esempio, ha giocato contro Rafael Nadal a marzo a Las Vegas (un evento di gala organizzato da Netflix, che la piattaforma ha trasmesso in diretta), anche se aveva dovuto ritirarsi la settimana precedente al primo turno del torneo ATP di Rio a causa di un infortunio alla caviglia.

Con la squadra europea, Alcaraz (con il trofeo) e Zverev (2° da destra) hanno vinto la Laver-Cup.Immagine: chiave di volta

Il numero 1 del mondo, Jannik Sinner, è più lucido:

“Come giocatore, hai la scelta di partecipare o meno a un torneo. Non dobbiamo giocare ogni torneo”.

Novak Djokovic ha le idee chiare anche sulla gestione del calendario. Il serbo (37 anni) ha recentemente annunciato di volersi concentrare quasi esclusivamente sugli Slam e sulle partite in cui rappresenta il suo Paese. E se uno sceicco lo attira con i suoi milioni di petrodollari, vola per qualche giorno in Arabia Saudita ma non si lamenta degli orari.

Traduzione e adattamento in francese: Yoann Graber

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