Molto intelligente chi riesce a prevedere il risultato delle elezioni presidenziali americane, poco più di un mese prima del voto. Gli ultimi sondaggi mostrano la democratica Kamala Harris e il repubblicano Donald Trump testa a testa. Un’incertezza che rafforza ulteriormente il peso dell’ Stati altalenantiquesti stati in cui si stanno realmente svolgendo le elezioni.
Un sistema che pone gli “stati pivot” al centro del gioco
Per comprendere il ruolo cruciale di stati oscillantio “Stati chiave”, bisogna prima avere familiarità con il metodo di voto presidenziale negli Stati Uniti. Dall’altra parte dell’Atlantico, i cittadini non votano direttamente per un candidato, ma per gli elettori, responsabili della scelta del vincitore.
Ogni Stato federale ha un numero di elettori, che dipende dalla sua popolazione. In quasi tutti gli stati, è la regola di il vincitore prende tutto che si applica: tutti i voti elettorali vengono attribuiti al candidato che ottiene la maggioranza dei voti. Nel Nebraska e nel Maine, invece, gli elettori sono designati con il sistema proporzionale. Poiché ci sono un totale di 540 elettori, un candidato deve vincerne più di 270 per vincere le elezioni.
In molti stati non c’è vera suspense. Ad esempio, la California, lo Stato di New York e lo Stato di Washington sono ampiamente convinti dalla causa democratica e dovrebbero dare tutti i loro elettori a Kamala Harris. Al contrario, la base repubblicana è molto solida nel centro del Paese, come in Kansas.
Tutti gli occhi sono puntati sulla Pennsylvania
Ci sono, tuttavia, alcuni Stati in cui l’esito delle elezioni è difficile da prevedere e varia da scrutinio a scrutinio, perché i voti sono così vicini: questi sono i stati oscillanti. Sono di particolare importanza perché consentono di far oscillare le elezioni a favore di un campo o dell’altro. Motivo per cui Kamala Harris e Donald Trump stanno aumentando i loro viaggi lì.
Per le elezioni presidenziali del 2024, il New York Times e l’aggregatore di sondaggi 270towin stima che ce ne siano sette stati oscillanti. Secondo diversi esperti il voto più decisivo dovrebbe essere quello degli elettori della Pennsylvania. Non solo perché questo Stato ha un numero significativo di elettori, ma anche perché lì l’inflazione è stata particolarmente elevata. Dal 2000 i voti sono stati piuttosto favorevoli ai democratici. Fatta eccezione per il 2016, dove Trump ha vinto.
Stessa osservazione nel Michigan, che ha sempre visto i democratici in testa in sei elezioni, tranne nel 2016. Ma la numerosa popolazione arabo-americana che vive in questo Stato questa volta non ha potuto dare il proprio voto al “campo blu”, senza però dare ai “rossi”, per il suo sostegno al governo di Benjamin Netanyahu.
La Georgia sarà ancora oggetto di dibattito?
Tra gli Stati cardine troviamo anche la Georgia, che propendeva maggiormente per i repubblicani… Fino al 2020, quando la vittoria a sorpresa di Joe Biden in questo Stato aveva ribaltato le elezioni, con grande dispiacere di Donald Trump. Una nuova sconfitta per il repubblicano nel Peanut State potrebbe costargli cara.
Il miliardario ha più possibilità di riconquistare gli elettori della Carolina del Nord, ma gli ultimi sondaggi mostrano uno slancio significativo a favore di Kamala Harris. Dovremmo considerarla una reazione agli scandali che hanno colpito Mark Robinson, il candidato governatore sostenuto da Donald Trump? In ogni caso, una vittoria del campo democratico in questo Stato sarebbe un duro colpo: l’ultima volta che ciò è accaduto è stato nel 2008 con Barack Obama.
Anche democratici e repubblicani stanno osservando da vicino il Wisconsin, anch’esso cruciale per l’elezione di Joe Biden quattro anni fa. Prova che i voti sono molto vicini: il presidente americano ha vinto con meno di 21.000 voti davanti al suo rivale nel 2020.
Raggiungi il numero magico
Infine, in Occidente, anche l’Arizona e il Nevada sono considerati Stati cardine. Nella prima, è il tema dell’aborto che potrebbe rivelarsi decisivo. Nella seconda, spetterà piuttosto ai candidati convincere l’elettorato latinoamericano.
In totale, secondo New York Times e il sito 270towin, Kamala Harris dovrà ottenere 44 voti elettorali stati oscillanti vincere le elezioni, rispetto ai 51 di Donald Trump.
Il che sembra giocabile per la vicepresidente: secondo i sondaggi del quotidiano americano, è leggermente in testa in Pennsylvania (19 elettori), in Michigan (15) e in Wisconsin (10). Da parte sua, il repubblicano conta anche sulla rielezione di Pennsylvania, North Carolina (16) e Georgia (16).
Related News :