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pena detentiva, multa, ineleggibilità… Cosa rischiano i 25 imputati, tra cui Marine Le Pen e Louis Aliot?

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La posta in gioco è enorme per i 25 imputati, tra cui Marine Le Pen ed ex dirigenti dell’ex Fronte Nazionale, i loro assistenti parlamentari e collaboratori, nel corso del processo che si aprirà lunedì.

Lunedì 30 settembre 2024 davanti al Tribunale penale di Parigi si apre il processo contro Marine Le Pen, altre 24 persone e il Rassemblement National, sospettate di aver sottratto fondi del Parlamento europeo per pagare i dipendenti del partito, un caso che comporta una pesante posta politica per il leader dell’estrema destra.

Saranno presenti nove ex deputati del Fronte nazionale (rinominato RN), tra cui Marine Le Pen, Louis Aliot, attuale vicepresidente del RN, l’ex numero 2 del partito Bruno Gollnisch, e il deputato e portavoce del RN Julien Odoul . Insieme a loro, in questo processo, previsto per tre mezze giornate alla settimana fino al 27 novembre, verranno giudicati anche 12 persone che erano loro assistenti parlamentari e quattro collaboratori del partito.

La leader della RN ha fatto sapere che intende comparire il più possibile davanti ai giudici, ma martedì potrebbe favorire la dichiarazione di politica generale del nuovo primo ministro Michel Barnier all’Assemblea nazionale. “Marine Le Pen ha scelto di essere molto presente in questo processo. Alcuni dicono “si nasconderà, non verrà”. No, per niente. Non è questo lo stile della casa”, ha assicurato domenica a RTL il deputato della RN Sébastien Chenu, promettendo che Marine Le Pen proporrà “un certo numero di elementi nuovi”.

Alcuni non avrebbero mai messo piede in Parlamento…

Il caso è iniziato nel 2015 con una relazione del presidente del Parlamento europeo Martin Schulz e riguarda numerosi contratti di addetti parlamentari per un periodo di oltre dieci anni (2004-2016). Per l’accusa questi “assistenti”, che faticavano a descrivere i loro compiti, avevano solo il titolo. Alcuni non avevano mai nemmeno incontrato il loro datore di lavoro ufficiale né messo piede in Parlamento e, secondo l’accusa, lavoravano solo per il partito, cosa vietata dalle norme europee.

Tra questi, la storica guardia del corpo del fondatore del FN Jean-Marie Le Pen, Thierry Légier, il suo segretario, il capo di gabinetto di Marine Le Pen, Catherine Griset, e perfino il grafico del partito… “Marine, mi sarebbe possibile venire domani a Strasburgo per vedere come va una sessione” del Parlamento, “e per incontrare Mylène Troszczynski alla quale riferirò?”, scriveva Julien Odoul nel febbraio 2015, quattro mesi dopo l’inizio del suo contratto come assistente parlamentare della Troszczynski. “Sì, certo”, ha risposto Marine Le Pen.

Pesanti sanzioni subite

Gli imputati, processati in particolare per appropriazione indebita o complicità in questo reato, rischiano un massimo di dieci anni di reclusione e una multa di un milione di euro e soprattutto una condanna a dieci anni di ineleggibilità che potrebbe ostacolare le ambizioni presidenziali di Marine Le Pen per il 2027. «Ma non c’è motivo perché lei venga dichiarata ineleggibile visto che François Bayrou, processato per gli stessi fatti, anche lui presidente di un partito politico, è stato assolto. Quindi ciò che vale per l’uno dovrebbe valere anche per l’altro”, vuole credere Sébastien Chenu.

La maggior parte degli imputati contestano nel complesso, citando una “mutualizzazione” del lavoro degli assistenti parlamentari. La Rn denuncia da anni una “implacabilità”, addirittura una procedura “politica”. “Non abbiamo nulla da rimproverarci in questa vicenda”, ha dichiarato Marine Le Pen, 56 anni, a Le Parisien a metà settembre, dicendo che voleva spiegare al bar che gli assistenti parlamentari “non sono dipendenti del Parlamento europeo” e hanno “evidentemente una vocazione, per un certo numero di loro, a fare politica”.

Danni da 3 milioni di euro

“Non è un processo politico perché i giudici non fanno politica, ma è un regolamento di conti politico da parte della maggioranza del Parlamento europeo”, concorda con l’AFP Me Alexandre Varaut, avvocato ed eurodeputato RN . Il Parlamento Europeo, parte civile, ha stimato il danno finanziario in tre milioni di euro. Ne pretenderà solo due milioni, un milione già rimborsato (che non è un’ammissione di colpa, assicura il RN).

La Procura di Parigi ha menzionato nel settembre 2023 “un vero sistema messo in atto per far sì che il Parlamento europeo sostenga una parte dei costi operativi del FN coprendo gli stipendi di un numero crescente di suoi dipendenti”. Questo “sistema”, convalidato da Jean-Marie Le Pen e poi da sua figlia, secondo l’accusa, avrebbe subito un’accelerazione con l’ingresso in Parlamento nel 2014 di 23 deputati del FN (rispetto ai tre precedenti). Jean-Marie Le Pen, 96 anni, non si presenterà, poiché una perizia ha stabilito che non era “in condizioni” di essere giudicato per motivi di salute, come l’ex deputato Jean-François Jalkh.

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