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“Crediamo che il ricorso non fosse proprio necessario ma l’Agenzia Mondiale Antidoping ritiene che Jannik sia in qualche modo responsabile delle azioni della sua squadra e per questo chiede che venga punito”

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Il clan Sinner si prepara a difendersi nuovamente dopo che l’Agenzia mondiale antidoping (WADA) ha presentato ricorso alla Corte Arbitrale dello Sport (CAS) chiedendo da uno a due anni di sospensione per il numero 1 del mondo, risultato positivo ad una sostanza vietata due volte lo scorso marzo.

Il legale del giocatore italiano è intervenuto questa domenica sulle colonne della Gazzetta dello Sport.

“Come Jannik, anche noi siamo rimasti sorpresi dalla chiamata della WADA. Avevamo sperato che l’esperienza dei tre specialisti del Comitato per la risoluzione delle controversie sportive – e i loro giudizi ben supportati e documentati – avrebbero convinto le parti che la questione era stata risolta correttamente. Ci sono delle scadenze tecniche da rispettare; non sappiamo quando arriveremo alla fine. Aspettiamo di ricevere tutti i dettagli del ricorso, poi il TAS deciderà la data dell’udienza. Speriamo di poter chiudere il caso in pochi mesi. Nessuno accusa Jannik di aver beneficiato della prestazione grazie a Clostebol, sarebbe ingiusto penalizzarlo in termini di classifica o di vincite. La WADA ritiene che egli sia in qualche modo responsabile delle azioni della sua squadra e per questo chiede che venga sanzionato. La sospensione è la sanzione che chiede per ciò che considera negligenza. Siamo tutti consapevoli che la WADA ha tutto il diritto di intraprendere questa azione, ma riteniamo che il ricorso non fosse realmente necessario. »

Pubblicato domenica 29 settembre 2024 alle 12:42

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