Pubblicato il 23/01/2025 09:51
Tempo di lettura: 1min – video: 1min
Accusata di aver torturato la figlia Amandine, morta di fame all’età di 13 anni nel 2020, sua madre ha ammesso i fatti per la prima volta in quattro anni, durante il processo celebrato a Montpellier (Hérault).
Percosse, privazione del cibo, umiliazioni… Per la prima volta, nel secondo giorno del processo a Montpellier (Hérault), Sandrine Pissara ha ammesso gli abusi inflitti a sua figlia Amandine. La ragazza di 13 anni è morta il 16 agosto 2020 per un arresto cardiaco, quando pesava solo 28 chili. “Abbiamo fatto progressi, dobbiamo continuare (…) e una volta capito dovremo sicuramente trovare la giusta sanzione”ha dichiarato l’avvocato dell’imputato, Jean-Marc Darrigade.
Il dramma familiare si è consumato a porte chiuse in una casa di Montblanc, nell’Hérault. Amandine era diventata il capro espiatorio della madre, con la complicità del nuovo compagno della madre, anche lui sotto processo. Il padre della ragazza, che non ne aveva la custodia, all’epoca non era a conoscenza di quanto stava accadendo. Vuole il suo ex compagno “spiegare” le sue azioni, per “avere tutta la verità”spiega, sconvolto. La sospettata rischia l’ergastolo, il suo compagno rischia 30 anni di carcere. La sentenza è attesa al più tardi venerdì.
Guarda il rapporto completo nel video qui sopra.