Questa creazione di voci è stata realizzata con il consenso della famiglia di Alain Dorval. “C’è una grande differenza tra creare artificialmente una nuova voce – qualcosa a cui mio padre era fermamente contrario – e riportare in vita un attore la cui voce è profondamente radicata nel nostro immaginario collettivo”, ha spiegato sua figlia Aurore Bergé, ministro. responsabile della parità tra donne e uomini e della lotta contro la discriminazione.
“Ricreare la voce di Alain Dorval è un’opportunità per mostrare come la tecnologia possa onorare la tradizione creando allo stesso tempo nuove possibilità nella produzione cinematografica”, ha aggiunto Mati Staniszewski, CEO di ElevenLabs. Ma da quando è uscito il trailer del film, con la voce di Alain Dorval, sua figlia Aurore Bergé sembra fare marcia indietro sui social network.
“Mai validata una trasmissione del genere”
“Ho accettato un processo. Solo una prova. Un accordo che garantisce rigorosamente che io e mia madre saremo sottoposti a validazione finale prima di qualsiasi utilizzo/pubblicazione. E che senza il nostro accordo non si potrebbe fare nulla. Scopro… su X che questo impegno non viene rispettato. Non ho mai convalidato una trasmissione del genere. E mio padre non l’avrebbe mai convalidato così com’era”, ha scritto sulla piattaforma americana.
In precedenza, aveva scritto in una storia su Instagram che “hanno rivelato il trailer facendo sembrare che il film sarebbe uscito con la voce di mio padre tramite l’intelligenza artificiale. Non è questo il caso”. “Il film era già stato doppiato da un altro attore. Quindi l’obiettivo non è mai stato una commercializzazione ma un omaggio a un artista defunto che nessuno riuscirà, intelligenza artificiale o meno, a dimenticare e sostituire”, ha aggiunto.
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