13 vittorie, 13 anni dopo

13 vittorie, 13 anni dopo
13 vittorie, 13 anni dopo
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Da quel Simeone a questo. Tredici anni dopo, il più piccolo dei figli del Cholo, quello che aveva otto anni quando suo padre disse “sì” all’Atleti e gli chiese con esclamazioni negli occhi come sarebbe stato allenare Falcao, riempì l’erba di quello stadio in quella inizia la loro storia biancorossa. Il Giardino delle Rose. Nel 2025 contro il Marbella, per gli ottavi di finale di Coppa e la 13esima vittoria di fila che eguaglierà il record storico. Quel piccolo Simeone che porta il coraggio nel cognome e lascia il cuore in ogni smarcatura, aiuto e gara. Quei due tredici si contano su di lui come nessun altro. Gli anni di suo padre su questa panchina e le vittorie di questa serie di vittorie consecutive hanno costruito il suo coraggio. Se Griezmann è riuscito a segnare lo 0-1 è stato grazie a lui. Al Simeone ieri sull’erba de La Rosaleda.

Perché quello grande non c’era. L’esperienza del ritorno alla Rosaleda per mister Simeone non poteva completarsi a causa della sua espulsione al termine di Cacereño-Atleti, nel turno precedente. Quel Simeone che, al suo ritorno, aveva una cabina prospettica per trasmettere i suoi ordini di sotto, dove Vivas comandava. Il suo Atleti è uscito nella prima partita del 2025 con l’undici con cui aveva chiuso il 2024 tranne tre dettagli: Musso in porta (Oblak non ha nemmeno viaggiato), Nahuel di Llorente e un Le Normand senza casco di Giménez. E questo è tutto. La sua squadra iniziò presto a ballare con la palla sul tappeto verde.

Perché se contro Vic e Cacereño l’Atleti aveva soffocato i suoi campi, il Marbella aveva perso quel vantaggio cedendo il proprio, con appena 2.000 posti, per i 30.000 dello stadio del Málaga. La sua squadra è uscita con la linea molto avanzata, qualcosa che Lenglet ha saputo interpretare e, immediatamente, ha fatto sì che la differenza di categorie fosse palpabile sull’erba. La partita è iniziata con un monologo in biancorosso. Nel primo minuto, De Paul ha già lanciato uno dei suoi passaggi millimetrici per Gallagher, che prima non ha controllato e, prima Morsi poteva graffiarlo, Dani Martín, il portiere locale, se lo è tenuto.

Un Griezmann uscito come in a già visto di sé, con la C di capitano al braccio (non lo era da prima della partenza per il Barça, nel 2019) che gli riempie anche la voce e il piede. Il suo era l’obiettivo. L’azione è iniziata da Giuliano con un check e, più tardi, quando De Paul ha effettuato un altro passaggio lungo, è stato il giocatore a colpire di testa per il francese. Morsi Lo replicò, il più giovane Simeone finì basso così che il rimbalzo ricadde nuovamente sul suo compagno di corsa, che dovette solo spingerlo in rete. 0-1. L’Atletico non è riuscito ad allargare la ferita perché ha perso tutto il suo successo in quel numero, anche se Barrios è stato un altro giorno a fare magie, preciso e solido. Ma i suoi compagni di squadra hanno assalito la zona con presbiopia mentre Marbella ha cominciato a sentirsi più a suo agio con l’abito di David. La squadra di Beltrán comincia a fare danni sulle ripartenze dalla sinistra e sulla velocità di Ohemeng. Il primo tempo si chiude in territorio dell’Atlético, spinto dai centri laterali di un Callejón incombustibile nel gioco e nel calcio. Genar non è riuscito a realizzarne uno di testa e Gallagher ne ha superato un altro prima che raggiungesse Dorian durante l’intervallo.

Barrios non rientra per un colpo

L’Atleti rientra con Koke e non Barrios (colpo alla caviglia), oltre ad un gol di De Paul annullato per essersi aiutato con la mano. Il Marbella, dal canto suo, ha fatto il suo dovere: ha giocato con più scioltezza: con una pressione più efficace ha continuato a creare pericolo attorno ai centri di Callejón. Dopo un’occasione di Puñal ha avuto molto tempo con la palla mentre l’Atleti ha continuato a perdere occasioni. È stato dopo che Dani Martín ha negato il gol a De Paul in una doppia parata, prima di De Paul e poi, sulla ribattuta di Grizi, che Simeone ha inserito Sorloth nell’equazione. Il gigante norvegese è apparso per Julián che non si è presentato, anche se giocava, ma tutto è rimasto uguale. Di errore in errore. Gallagher colpì una palla sul palo e… Giuliano non riesce a connettersi con Sorloth: uno manda i cross troppo lunghi e l’altro tarda a reagire.

Il Marbella non crea del tutto il pericolo ma tesse la sua trappola attorno all’Atleti che non riesce a chiudere i conti. Correa avrebbe potuto farlo dopo che Sorloth gli ha servito una palla su un piatto, ma l’argentino invece di finirla l’ha dribblata e ha fallito. La mancanza di lucidità dei biancorossi nell’ultimo passaggio e tiro ha fatto sì che La Rosaleda gridasse “sì, possiamo” negli ultimi due calci d’angolo di un vivace Marbella al 90′. Ma l’Atleti ha resistito. Lo 0-1 non smuoverebbe un omaggio all’uomo che ne ha cambiato la storia. Quel Simeone che cominciò alla Rosaleda. Porta inviolata, gol Morsi e poesia colista per tredici. E gli ottavi.

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Cambiamenti

Presto (45′, Pablo Barrios), Alexander Sorloth (59′, Julian Alvarez), Ryan Edwards (70′, Javi Duarte), Marcos Pena (70′, Alberto Soto), Marcos Llorente (74′, Conor Gallagher), Angelo Correa (74′, Rodrigo De Paul), Jorge Alvarez (82′, Genar Fornés), Du Yuezheng (83′, Yacouba Diori), Bernardo Espinosa (90′, Luis Acosta)

Obiettivi

0-1, 15′: Griezmann

Carte

Arbitro: Alejandro Muñiz Ruiz
Clemente Lenglet (61′, Giallo), Javi Galan (72′, Giallo), Marcos Olguin (84′, Giallo), Presto (89′, Giallo)

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