Gli Insoumi avvertono che coloro che non li sostengono saranno considerati “salvatori di Macron”. Un messaggio al resto dei gruppi di sinistra che non vogliono la censura “automatica” e vogliono compromessi.
Nessuna sorpresa. Che sia stato Michel Barnier ieri, o oggi François Bayrou a Matignon, la linea di condotta della LFI non cambia. Le truppe di Jean-Luc Mélenchon hanno sempre avvertito che avrebbero presentato mozioni di censura per rovesciare i governi che non rappresentano il Nuovo Fronte Popolare. Sarebbero tutti illegittimi ai loro occhi poiché, ricordano, è stata la coalizione di sinistra a vincere le elezioni legislative dello scorso luglio. D’ora in poi, i ribelli hanno in realtà un solo obiettivo in mente: le dimissioni di Emmanuel Macron per accelerare le elezioni presidenziali anticipate – alle quali ovviamente si candiderà Jean-Luc Mélenchon.
“Braccio d’onore alla democrazia”
Pochi istanti dopo la nomina del presidente di Modem, storico alleato di Emmanuel Macron, l’Insoumis Manuel Bompard ha logicamente denunciato “un nuovo braccio d’onore per la democrazia”. “Dopo aver perso tutte le ultime elezioni, Macron installa il suo primo e ultimo sostegno a Matignon. Abbattere Bayrou abbatterà quindi Macron”.ha affermato il coordinatore nazionale del movimento on “una mozione di censura”.
Mathilde Panot, presidente del gruppo LFI all’Assemblea, ha descritto la nomina di François Bayrou come “Un’altra candidatura per la grazia di Emmanuel Macron”. Il manager di Insoumise ne è convinto “I parlamentari avranno due scelte: il sostegno al salvataggio di Macron o la censura. Abbiamo fatto il nostro”ha assicurato. Un modo per avvertire gli altri tre gruppi di sinistra che gli Insoumi non esiteranno ad accusarli di tradimento se non li sosterranno nel loro desiderio di rovesciare il governo.
I socialisti, ecologisti e comunisti hanno annunciato che non parteciperanno a questo nuovo esecutivo. Riteniamo tuttavia che la censura non debba essere automatica e che sia meglio cercare compromessi per stabilire una promessa di “non censura”. I leader dei tre gruppi chiedono in particolare la messa al bando del 49.3 per favorire il dibattito tra i gruppi.
“È la condizione sine qua non per la sopravvivenza del suo governo”dice anche il gruppo ambientalista. Tuttavia, durante la riunione dei leader dei partiti tenutasi martedì all’Eliseo, François Bayrou si è detto favorevole a questo principio, sostenendo l’idea di lavorare subito sui temi consensuali e di dedicare più tempo ai temi più controversi. La sinistra, fuori dalla LFI, reclama comunque “garanzie” programmatico. Il PS desidera soprattutto un rapido incontro con il nuovo primo ministro.
Si noti che anche se l’articolo 49.3 non viene redatto, gli Insoumi potrebbero comunque presentare una mozione di censura cosiddetta “spontanea” facendo ricorso all’articolo 49.2 della Costituzione. Il gruppo melenchonista ha abbastanza deputati (71) per presentarne uno, la soglia è fissata a 58.
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