come Trump, le padelle non la appesantiscono

come Trump, le padelle non la appesantiscono
come Trump, le padelle non la appesantiscono
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Marine Le Pen può sorridere. E tutti gli altri, da sinistra a destra al centro, sono preoccupati. Come ha appena dimostrato un sondaggio Ifop-Fiducial, se domani si svolgessero le elezioni presidenziali, il leader dei deputati RN all'Assemblea nazionale otterrebbe tra il 36% e il 38% al primo turno. Certamente mancano ancora trenta mesi, o due anni e mezzo, prima della scadenza del 2027, data in cui Emmanuel Macron lascerà l’Eliseo. A meno che, naturalmente, la fantasia di La insoumise di elezioni presidenziali anticipate non si realizzi.

Ma per ora, questo sondaggio suona come un avvertimento. Ciò conferma ciò che ha dimostrato la rielezione di Donald Trump negli Stati Uniti: i problemi legali, anche a cascata, non sono più un ostacolo. E allora che importa se, nel caso degli assistenti parlamentari del FN, l'accusa ritiene che il partito di Marine Le Pen abbia fatto del Parlamento europeo la sua “vacca da mungere”. Anche se la sentenza è attesa per il 31 marzo, lei rischia comunque cinque anni di carcere, tre dei quali con sospensione, 300mila euro di multa e cinque anni di ineleggibilità con esecuzione provvisoria – cioè con applicazione immediata anche in caso di appello. Chiaramente, se i giudici dovessero seguire queste richieste, lei potrebbe non essere in grado di presentarsi nel 2027.

“Prima di pensare al 2027 bisogna soprattutto evitare che il Paese cada nell’instabilità”

Se Marine Le Pen ora accusa il sistema giudiziario di volere la sua “morte politica”, non ha perso la madre delle battaglie: quella della vittimizzazione. E questo sondaggio porterà un po' più di acqua al suo formidabile mulino di cospirazione. Quanto a coloro che, senza alcuna vergogna, si sono commossi per la sua possibile ineleggibilità, per paura di perdere il loro – presunto – miglior avversario, si lascino asciugare velocemente le lacrime di coccodrillo dello stagno delle anatre: Jordan Bardella è lungi dall'essere squalificato.

Ma soprattutto, che senso ha mettere già nel dibattito le elezioni presidenziali? La priorità non è nominare un nuovo primo ministro e dotare la Francia di un bilancio? Con la caduta di Michel Barnier, grazie ai voti della RN, che ricordiamo non ha esitato a votare la mozione di censura della sinistra, vivremo, per alcune settimane, sotto il regime di una legge finanziaria speciale. Altrimenti non ci sarebbe continuità dello Stato. Alla luce dello slittamento delle finanze pubbliche, è difficile raggiungere il tetto massimo. Prima di pensare al 2027 bisogna soprattutto evitare che il Paese cada nell’instabilità. Questo sarebbe il modo migliore per combattere gli estremi.

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