In Francia continua la ricerca di un nuovo governo per Emmanuel Macron. Dopo la parentesi delle celebrazioni di Notre-Dame de Paris, il Presidente della Repubblica ha ripreso le consultazioni all’Eliseo. Riceverà oggi alle 14 tutti i partiti rappresentati in Parlamento, tranne l’Insoumis di Jean-Luc Mélenchon e il Raggruppamento Nazionale di Marine Le Pen. Obiettivo, confrontarsi su una piattaforma programmatica per evitare la censura del prossimo Primo Ministro.
Emmanuel Macron ha cambiato metodo. E per molti versi, ciò che sta cercando di mettere in atto somiglia al modo in cui vengono fatte le cose in Belgio. Innanzitutto stabilire un programma e poi nominare un Primo Ministro… L’esatto contrario di quanto fatto tre mesi fa. Elisabeth Borne aveva solo 15 giorni per mettere insieme la sua squadra e i partiti che la sostengono non avevano firmato un accordo governativo. Erano semplicemente d’accordo nel non rovesciarlo, e ancora. Questa volta il Presidente della Repubblica vuole ottenere un patto di non censura, nelle dovute forme. Il suo obiettivo resta la costruzione di un’ampia maggioranza che vada dalla destra repubblicana ai comunisti che sono il partito di governo in Francia.
Obiettivo: rimuovere i due estremi. Per fare questo è pronto a negoziare su due temi molto delicati, lo stato di avanzamento della riforma delle pensioni e il disegno di legge sull’immigrazione. La sinistra potrebbe impegnarsi a non applicare la forza sulle pensioni. In cambio, il blocco centrale rinvierebbe a più tardi la questione dell’immigrazione.
Lo spinoso tema delle tasse
Questo è solo l’inizio, inevitabilmente ci saranno degli intoppi. Pertanto, i macronisti continuano a rifiutare qualsiasi aumento delle tasse. Questo era già un ostacolo tra loro e Barnier. La cosa più difficile e urgente sarà lo sviluppo di un bilancio. Alcuni vogliono risanare i conti, altri non incidere sul potere d’acquisto dei più modesti. Per facilitare le cose, i socialisti hanno proposto di non utilizzare il 49-3 se uno di loro fosse stato nominato a Matignon. Ma chiedono l’incarico, altrimenti non entreranno nel governo. Tanto più che anche François Bayrou, il leader dei centristi, tiene d’occhio la posizione. Ha anche affermato di non credere in un ampio compromesso politico, ma piuttosto in un governo di personalità, con ad esempio ex primi ministri di sinistra e di destra, che piacerebbe ai partiti in causa.
Infatti, se Emmanuel Macron riuscisse a riunire un ampio arco repubblicano, il governo avrebbe come opposizione solo gli Insoumi e il Raggruppamento Nazionale. Ma questo non è per scontentarli.
Mélenchon ha rifiutato, a che scopo?
Certamente Jordan Bardella ha protestato perché il suo partito non è stato invitato all’Eliseo e Jean-Luc Mélenchon ha rifiutato l’invito. Ma in realtà il leader degli Insoumi spera nel fallimento e quindi nel discredito definitivo della nuova squadra, con la prospettiva di un match tra lui e Marine Le Pen alle prossime presidenziali.
Governo francese in Francia christophe giltay Firmato Giltay