Secondo una ONG, il presidente siriano Bashar al-Assad è fuggito dalla Siria domenica, affrontando la pressione dei ribelli che stanno conducendo un’offensiva impressionante e hanno annunciato di essere entrati nella capitale Damasco, dove si sono uditi pesanti colpi di arma da fuoco.
Dall’inizio dell’offensiva del 27 novembre nel nord-ovest della Siria, i ribelli hanno rapidamente conquistato diverse importanti città chiave e hanno annunciato di prendere di mira Damasco, minacciando di far cadere il presidente siriano.
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“Assad ha lasciato la Siria attraverso l’aeroporto internazionale di Damasco prima che i membri delle forze armate e di sicurezza se ne andassero”, ha detto il direttore dell’Osservatorio siriano per i diritti umani (OSDH), Rami Abdel.
L’AFP non è stata in grado di confermare immediatamente da una fonte ufficiale dove si trovi il presidente che governa la Siria da ventiquattro anni.
“Le nostre forze hanno cominciato ad entrare a Damasco”, aveva dichiarato poco prima su Telegram il gruppo islamico radicale Hayat Tahrir al-Sham, a capo di una coalizione di ribelli sostenuta dalla Turchia. I residenti della capitale hanno detto all’AFP di aver sentito forti colpi di arma da fuoco.
Prelievo dall’aeroporto
Secondo fonti dell’OSDH, è stato dato l’ordine agli ufficiali e ai soldati delle forze governative di ritirarsi dall’aeroporto internazionale di Damasco.
Prima di questo ritiro, il presidente Bashar al-Assad avrebbe potuto lasciare la Siria attraverso l’aeroporto di Damasco, secondo la ONG con sede a Londra e che dispone di una vasta rete di fonti in Siria.
I ribelli hanno immediatamente annunciato di aver catturato la prigione Sednaya di Damasco, simbolo dei peggiori abusi delle forze del presidente Assad, e di aver liberato i detenuti da tale struttura.
Partenza da Hezbollah
Secondo l’OSDH, Hezbollah libanese, uno dei principali sostenitori del potere di Bashar al-Assad, ha contemporaneamente ritirato le sue forze dalla periferia di Damasco e dalla regione di Homs (Siria occidentale).
Il movimento islamista libanese “ha chiesto ai suoi combattenti nelle ultime ore di ritirarsi dalla regione di Homs, alcuni dirigendosi verso Latakia (costa occidentale della Siria, ndr) e altri verso la regione di Hermel in Libano”, ha indicato la ONG, precisando che “anche i combattenti di Hezbollah hanno lasciato le loro posizioni intorno a Damasco”.
Martoriata da una guerra che ha causato mezzo milione di morti dal 2011 e l’ha divisa in zone di influenza, con belligeranti sostenuti da diverse potenze straniere, la Siria non vedeva combattimenti così intensi da tredici anni.
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