Secondo un sondaggio pubblicato lunedì, il potere d'acquisto resta la principale preoccupazione dei francesi, davanti alla “protezione dell'ambiente” e al “livello di delinquenza”.
Il potere d’acquisto resta la principale preoccupazione dei francesi in un paese che considerano “in declino”, secondo un sondaggio annuale Ipsos-Sopra Steria pubblicato lunedì 2 dicembre.
Interrogati sui temi che li preoccupano di più “a livello personale”, i francesi pongono al primo posto le “difficoltà in termini di potere d'acquisto” (38%), davanti alla “protezione dell'ambiente” (23%) e “al livello della delinquenza” (22%), secondo questo sondaggio sulle “fratture francesi” per Le Monde, il Centro di ricerche politiche di Sciences Po (Cevipof), la Fondazione Jean-Jaurès e l'Istituto Montaigne.
La questione del potere d’acquisto è considerata una priorità, tranne che tra i sostenitori del partito di destra Les Républicains (LR), che sono preoccupati soprattutto per il “livello di delinquenza” (34%). Tra i sostenitori del Raggruppamento Nazionale, è soprattutto “il livello di immigrazione” (50%) ad essere al primo posto.
Un’altra lezione da questo sondaggio: la Francia “è in declino” per quasi nove francesi su dieci (87%, ovvero 18 punti in più rispetto alle elezioni presidenziali del 2017).
Acclamate le dimissioni di Emmanuel Macron
Sulle risposte da dare, quasi un terzo dei francesi (31%) vorrebbe un nuovo scioglimento dell'Assemblea nazionale dopo quello deciso il 9 giugno, mentre il 52% di loro è favorevole alle dimissioni di Emmanuel Macron.
La Francia vive da sei mesi in un clima di crisi politica e le elezioni legislative anticipate non hanno prodotto la maggioranza. E il primo ministro Michel Barnier corre il grave rischio di essere censurato sui testi di bilancio 2025 da parte dei deputati del Nuovo Fronte Popolare e del Raggruppamento Nazionale.
L'adozione di una mozione di censura sarebbe la prima dalla caduta del governo di Georges Pompidou nel 1962. Il governo Barnier diventerebbe quindi il più breve della storia della Quinta Repubblica.