Brutte notizie per le imprese: dal 1° gennaio 2025 l'elettricità utilizzata per la ricarica dei veicoli elettrici (EV) sarà inclusa nel calcolo delle prestazioni in natura.
I datori di lavoro dovranno quindi versare i contributi previdenziali su questo beneficio, mentre i dipendenti potranno vedere questo beneficio figurare nella loro dichiarazione dei redditi.
Dal 2020
Dal 2020 le aziende possono offrire gratuitamente ai propri dipendenti stazioni di ricarica che possono essere utilizzate per scopi professionali o personali, senza che ciò sia considerato un vantaggio in natura.
Nuova estensione?
L’obiettivo era incentivare le aziende a optare per la mobilità elettrica.
E per i dipendenti che non possono installare un terminale a casa, questo ha comunque reso possibile il passaggio all’elettrico.
Inizialmente era prevista la scadenza di questa regola il 31 dicembre 2022, ma è stata prorogata per due anni.
Questa modifica si applicherà anche alle stazioni di ricarica installate a casa dei dipendenti a spese del datore di lavoro.
Aumento dei costi
Questo nuovo regolamento aumenterà quindi gli oneri amministrativi e finanziari delle imprese, ma anche quelli dei dipendenti. Questi ultimi dovranno infatti tener conto di questo vantaggio in natura nel calcolo delle loro imposte.
Per Adrien de Sayve, Direttore Vendite Francia di Monta, « UNSe da un lato la possibilità di ricaricare l’auto elettrica sul posto di lavoro è stata una leva importante per agevolare il passaggio all’elettrico, dall’altro la fine di questo vantaggio fiscale potrebbe costituire un ostacolo per molti dipendenti. Le aziende dovranno ora destreggiarsi tra i costi aggiuntivi legati alla realizzazione di terminali a pagamento o la ricerca di altre soluzioni di incentivi per non rallentare lo slancio della transizione energetica. »