Erano state decine di migliaia a segnare la data di questo Milan-Juve di qualche mese fa, nel cuore dell'estate, già immaginando questo sabato 23 novembre come una data adatta per ospitare questa intramontabile classica della Serie A. Ma sul prato mediocre di un San Siro pieno come un uovo, il Diavolo non offriva molto da invertire Bianconeri che ancora una volta escono con un punto dal mitico recinto milanese. Questo è tutto quello che c'è da ricordare di questo shock mai realmente iniziato e terminato sotto i forti fischi dei tifosi rossoneri.
Alla fine della noia
Privata dell'infortunato Dusan Vlahović, la Juve si è recata a San Siro con un'idea: ripetere l'esplosivo secondo tempo che aveva già collocato il recente Inter-Juve nel pantheon dei migliori manifesti della stagione. Di fronte, il Milan ha avuto un'altra intuizione: vincere, qualunque sia il prezzo da pagare, con Theo Hernandez e Rafa Leão dall'inizio, per tornare sulle tracce del gruppo di testa con ancora questo ritardo da recuperare sul campo del Bologna. Ma poi, dopo pochi minuti, la realtà riporta tutti alla ragione: il Milan non si presenta al meglio in ciascuna delle sue uscite dall'inizio di questa stagione 2024-2025, e quella serata sembra essere una di quelle in cui il colosso milanese balbetta il suo calcio. Leão passa il tempo a passare da dietro, Álvaro Morata prende mandali da Federico Gatti, insomma Michele Di Gregorio trascorre una serata tranquilla.
Nel campo avversario le cose non sono certo più brillanti: a parte Francisco Conceição che ha il fuoco nelle gambe, il collettivo torinese è in modalità dirigenziale. Risultato: a parte un tiro di Gatti, piacevole da intercettare per Mike Maignan, e un colpo di testa fuori porta di Morata a fine ripresa, non c'è molto da mettere sotto i denti. Spoiler: il seguito non è molto più piacevole.
Ritorno mancato
Come se fosse scritto che questo Milan-Juve non sarebbe sicuramente una grande pubblicità per la Serie A, il secondo atto riprende sulle stesse basi del primo. Falli, protezione palla lungo la linea laterale, Fonseca che si arrabbia per un (non)fallo logicamente non fischiato su Leão in area, cambi di posizione per posizione, facce chiuse, controlli falliti, tutta la panoplia dell'epurazione è stata esposta davanti ai delusi occhi dei tifosi che avevano sacrificato una serata della loro vita per questo triste spettacolo.
Per i più attenti, ovviamente la prestazione convincente di Khephren Thuram in sponda Juve avrà convinto i più grandi appassionati tattici presenti nella tana milanese. Ma a parte questo, niente, niente e ancora niente. Al fischio finale, dopo l'ennesima palla giocata male dall'entrante Samuel Chukwueze, i milanesi si sono fatti la doccia con i fischi nelle orecchie. In classifica sono ancora a sei punti da una top 6 decisa a non aspettarli per strada. Fai attenzione, perché davanti va piuttosto veloce.
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