“Tre Ghinee”, di Virginia Woolf, traduzione dall'inglese, a cura e con prefazione di Cécile Wajsbrot, Le Bruit du temps, 408 p., €15.
“Tre Ghinee”, di Virginia Woolf, tradotto dall'inglese a cura di Sophie Chiari, Le Livre de Pocket, 376 p., € 8,90.
UN LIBRO DI GUERRA
Molto meno conosciuto diUna stanza tutta per sé (1929), Tre ghinee (1938) completa ed estende la riflessione condotta da Virginia Woolf (1882-1941) sulle donne, sul loro margine di libertà, sulla loro azione. Mentre il saggio del 1929 si concentrava sulle condizioni che consentivano loro di scrivere (un posto riservato e denaro proprio), il saggio del 1938 – l'ultimo libro pubblicato durante la vita dello scrittore – si occupa del loro accesso all'istruzione, alle professioni, all'espressione pubblica. La strada ha sostituito la casa e la storia ha sostituito la finzione. Le donne devono poter agire in tutti gli ambiti della società, tranne uno: la guerra.
Il libro è scritto negli anni bui della storia europea. Nel 1937, la Woolf perse suo nipote Julian nella guerra civile spagnola. Presenta poi un narratore che, ricevendo foto di corpi lacerati e villaggi devastati, decide di rispondere a una lettera ricevuta tre anni prima da un uomo che le chiedeva di mobilitare le donne per prevenire la guerra. Il saggio adotta la forma epistolare per produrre un argomento filosofico e giuridico in stile tuttavia letterario, moltiplicando immagini e dettagli concreti.
Da quando le donne hanno ottenuto il diritto di voto e di lavoro nel 1918 e nel 1919 nel Regno Unito, poco è cambiato: sono escluse dalle università, dai titoli di studio più importanti, dalle alte professioni e i salari rimangono scandalosamente diseguali. Il funzionamento del patriarcato in Inghilterra negli anni '30 è descritto attentamente e l'accusa è implacabile. È molto coraggioso per il suo tempo ma, nel nostro, può sembrare un po' convenzionale. La convergenza di questa lotta con quella condotta per la pace – Woolf è sempre stato un pacifista radicale, al punto da opporsi alla presenza degli infermieri al fronte – è però affascinante, perché rende il discorso un po’ contraddittorio. Il narratore infatti afferma che la guerra è opera dei soli uomini: “Pochi esseri umani sono caduti, nel corso della storia, sotto i proiettili di una donna; la stragrande maggioranza degli uccelli e degli animali è stata uccisa da te, non da noi. » Mentre nel campo dell’istruzione e del lavoro difende la perfetta uguaglianza, qui torna ad essere essenzialista e idealista.
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