Marc Bloch, figura emblematica della storiografia francese del XX secoloe secolo, farà il suo ingresso nel Pantheon. L'annuncio è stato dato questo sabato, 23 novembre, dal presidente Emmanuel Macron, nel corso di una cerimonia all'Università di Strasburgo, dove lo storico ha insegnato a lungo. Questa decisione onora un uomo la cui vita e il cui lavoro hanno avuto un profondo impatto sia sul mondo accademico che sulla storia della Resistenza francese.
Nato a Lione nel 1886 da una famiglia ebrea non praticante, Marc Bloch crebbe a Parigi, dove suo padre insegnava storia antica alla Sorbona. Studente brillante, si iscrisse all'École Normale Supérieure e ottenne la sua aggregazione in storia e geografia. La sua carriera accademica lo portò prima a Strasburgo, poi alla Sorbona nel 1936, dove si affermò come uno degli storici più innovativi del suo tempo.
Fu nel 1929 che Marc Bloch, con il collega Lucien Febvre, fondò la rivista “Annali di storia economica e sociale”, che sarebbe diventata la punta di diamante di un nuovo approccio storico. Questa scuola di pensiero, conosciuta come scuola delle Annales, rivoluzionò la disciplina ampliando il campo della storia fino a includere la sociologia, la geografia, la psicologia e l'economia. “È il fondatore della storia delle mentalità, delle credenze, dei modi di pensare”, riassume all'AFP lo storico Julien Théry.
Il lavoro di Marc Bloch non si limita al suo lavoro accademico. Patriota convinto, si arruolò come soldato in entrambe le guerre mondiali. Nel 1939, all'età di 53 anni, padre di sei figli e nonostante la salute fragile, chiese di essere mobilitato, diventando, secondo le sue stesse parole, “il capitano più anziano dell'esercito francese”.
La sconfitta del 1940 lo spinse a scrivere La strana sconfitta un'opera senza compromessi sul crollo della Francia di fronte alla Germania nazista. Pubblicato postumo, questo libro rimane uno dei suoi più famosi, offrendo un'analisi delle ragioni della debacle francese.
“Ho amato la verità”
Escluso dall'insegnamento a causa delle leggi antisemite di Vichy, Marc Bloch scelse di unirsi alla Resistenza. Sotto vari pseudonimi, partecipò attivamente alla creazione dei Comitati di Liberazione nella regione di Lione. Arrestato l'8 marzo 1944, fu incarcerato e torturato nel carcere di Montluc.
Anche in queste condizioni estreme, Marc Bloch continua a insegnare, condividendo le sue conoscenze con i suoi compagni di prigionia. “Se scappo, riprenderò le lezioni”, ha confidato loro. Sfortunatamente, non ne avrà la possibilità. Il 16 giugno 1944, Marc Bloch fu fucilato dalla Gestapo insieme ad altri 29 combattenti della resistenza in un campo vicino a Lione, a Saint-Didier-de-Formans (Ain).
La panteonizzazione di Marc Bloch onora non solo lo storico, ma anche l'uomo impegnato che seppe mettere le sue convinzioni al servizio del suo Paese fino al sacrificio estremo. Il suo motto, “Dilexit veritatem” (“Ho amato la verità”), inciso sulla sua tomba, riassume l'essenza della sua vita e della sua opera. Entrando nel Pantheon, Marc Bloch si unisce alle grandi figure che hanno plasmato la storia e il pensiero francese.