La “bandiera Lorentz”, racconto dell'80° anniversario della liberazione di Strasburgo

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FRANCK KOBI/DNA/MAXPPP

Sabato 23 novembre, nel corso della giornata commemorativa dell'80° anniversario della liberazione di Strasburgo, la bandiera blu-bianco-rossa è stata issata a fine mattinata sulla guglia della cattedrale della capitale alsaziana. Un modo per rivivere la pericolosa ascesa compiuta il 23 novembre 1944 nel primo pomeriggio dallo spahi Maurice Lebrun. Mentre infuriano i combattimenti, il combattente della seconda divisione corazzata (2e DB), impegnato nella presa di Strasburgo, salì i 142 metri della guglia per fissare in alto lo stendardo. Si spara ancora nelle strade attorno a lui, l'impresa non è priva di pericoli. Maurice Lebrun morì nel 2009, ma la bandiera issata quel giorno è ancora lì, attualmente esposta in una vetrina del Museo storico della città di Strasburgo.

Lo stendardo cucito da tre pezzi misura 2,70 metri: il blu è un po' sbiadito, sul bianco centrale c'è una croce di Lorena e le indicazioni del reggimento spahis scritte in lettere nere. Il rosso con il bordo inferiore irregolare proviene da una bandiera nazista tagliata frettolosamente. Si chiama “bandiera di Lorentz”, perché è una macellaia locale, Emilienne Lorentz, a cucire questo stendardo di fortuna, incoraggiata dagli spahis del 1È reggimento in marcia degli spahis marocchini. Jean-Paul Michel, presidente dell'Associazione degli ex alunni della 2e DB, è stato felice di rivedere questo oggetto leggendario durante la sua visita a Strasburgo. Ha avuto inoltre la gioia di vedere esposto sotto il gagliardetto nero della compagnia “Sahariana di Cufra”, che prestò servizio in Libia nel 1941. I due pezzi conservati per lungo tempo presso la sua associazione sono entrati a far parte del patrimonio museale della città nel 2006. da Strasburgo.

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Il generale Leclerc, una delle figure della liberazione dell'Alsazia, fu anche colui che, alla testa di poche centinaia di uomini, conquistò l'oasi di Koufra in Libia, nel marzo 1941, all'esercito italiano. Secondo l’omonimo “giuramento”, Leclerc dichiara poi – secondo la versione più nota ma di cui l’unica traccia scritta è di qualche anno dopo: “Siamo in marcia, non ci fermeremo finché la bandiera francese non sventolerà sulla cattedrale di Strasburgo. »

“Affinché la memoria sia mantenuta”

“Donando questi oggetti abbiamo voluto che la storia fosse raccontata dall’inizio, siamo qui per far sì che la memoria venga mantenuta”spiega Jean-Paul Michel per il quale il gagliardetto rappresenta chiaramente l'atto di fondazione della Seconda Divisione Corazzata e l'adesione degli uomini a questo giuramento, una vera ossessione per alcuni. “Questa prima vittoria dell’esercito francese libero consolidò la credibilità di De Gaulle”, prosegue sperando che gagliardetto e bandiera restino permanentemente esposti. Improbabile, risponde la direttrice delle collezioni del museo, Sylviane Hatterer, citando la loro fragilità. La parte blu infatti è abbastanza sbiadita, il pezzo del grembiule di Emilienne Lorentz tinto con blu di metilene non regge bene al passare del tempo, “anche se questa bandiera è una testimonianza storica della liberazione di Strasburgo”.

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