“Negli anni 80 c’erano le ratonnades…”: condannata a quattro mesi di carcere, la zemmorista Florence Médina ricorre in appello

“Negli anni 80 c’erano le ratonnades…”: condannata a quattro mesi di carcere, la zemmorista Florence Médina ricorre in appello
“Negli anni 80 c’erano le ratonnades…”: condannata a quattro mesi di carcere, la zemmorista Florence Médina ricorre in appello
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L'ex candidato alle elezioni legislative del 2022 nel 1° distretto dell'Hérault è stato processato giovedì 14 novembre davanti al Tribunale penale di Montpellier. È stata giudicata colpevole giovedì 21 novembre di pubblica incitamento all'odio.

Dopo una settimana di riflessione, il tribunale di Montpellier si è pronunciato giovedì 21 novembre sul caso “ratonnades” di Firenze Medina.

Ed è stato più clemente delle richieste del pubblico ministero Alain Octuvon-Bazil, che aveva chiesto contro l'ex candidato del partito Riconquista di Eric Zemmour alle elezioni legislative del 2022 nella prima circoscrizione dell'Hérault, sei mesi di reclusione con sospensione della pena, 15.000 euro multa e tre anni di ineleggibilità.

Tirocinio di cittadinanza

Processato giovedì 14 novembre per “incitamento pubblico all'odio o alla violenza a causa della sua origine, etnia, nazione, razza o religione”, dal tribunale penale di Montpellier, il cinquantenne è stato infine condannato a quattro mesi con sospensione della pena.

Una condanna accompagnata da tre anni di ineleggibilità, l'obbligo di completare un corso di cittadinanza pena una multa di 2.000 euro, un altro risarcimento per le vittime (SOS Racisme così come la Lega francese per la difesa dei diritti umani e dei cittadini) fino a 800 euro ciascuno.

Non permetteremo che i nostri figli vengano vigliaccamente assassinati da numerose feccia armata.

Senza dimenticare la pubblicazione della suddetta sentenza sul suo account Facebook. Ricordiamo che è su questo social network che la vicenda è iniziata, pochi giorni dopo la morte del giovane Thomas a Crépol nella Drôme, avvenuta la sera tra sabato 18 novembre e domenica 19 novembre 2023.

Indignato per questo omicidio, l'attivista di estrema destra, 51 anni, ha reagito con queste parole: “Se è la guerra che la feccia vuole, la avrà. Negli anni '80 ci furono degli attentati. A rischio di scandalo, potrebbe ricominciare, ma non permetteremo che i nostri figli vengano vigliaccamente assassinati per eccessi e armati feccia…”.

Nessun carattere razzista per lei

Dal suo fermo di polizia (martedì 19 dicembre 2023) fino al tribunale (14 novembre), Florence Médina ha sempre ammesso di aver scritto questo messaggio pur contestando con le unghie e con i denti il ​​carattere razzista delle sue dichiarazioni.

E l'Héraultaise persiste e firma. Questo giovedì, infatti, sul suo account Facebook, ha indicato che farà ricorso contro la decisione emessa dal tribunale di Montpellier. L'affare “ratonnades” non ha quindi finito di generare inchiostro.

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