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In occasione del 60° anniversario di “New Obs” e del nostro reportage sulla forza della gioia, il cantante condivide il suo gusto per questo momento effimero prima che la sala sprofondi nell'oscurità.
Per andare oltre
“Stanza nera.
Questo è sempre stato il mio momento pre-spettacolo preferito.
La stanza che diventa buia.
Da bambino, era prima del circo. Da adolescente, prima dei concerti, il teatro.
Adesso qualche volta prima di ballare, e Léo Walk si esibisce.
Guardandosi intorno, gli ultimi istanti prima che si spengano le luci.
Guarda uno Châtelet, una Salle Pleyel popolata di giovani così, in attesa della sagoma di Léo e della sua famiglia.
Tutti questi volti pongono così in alto l'idea di una truppa, di vibrare insieme per una serata.
Riconoscersi nei corpi che vagheranno sul palco.
La Marche bleue è il nome dell'azienda. Ballerini dai 20 ai 39 anni, specchi del pubblico. Musica di Flavien Berger, zone piatte di colori, ombre e rilievi così puri.
E poi questi movimenti del corpo che fanno venire le lacrime agli occhi.
Per due volte ho assistito all'ultima puntata di La Marche bleue, per due volte ho visto i mazzi di fiori gettati nella sala, l'equipe tecnica unirsi alla troupe sul palco, il putiferio infantile finale.
Il bazar. E gioia, davvero gioia, cruda.
E inoltre, per due volte ho pensato a questa frase di Truffaut: “Se c'è una cosa per cui non puoi fare nulla, è il fascino.” »
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