La sinistra, sostenuta dal RN, ha segnato mercoledì un primo punto nella sua lotta per abrogare la tanto vituperata riforma delle pensioni, con l'adozione in commissione parlamentare di un testo che riduce l'età iniziale a 62 anni, prima di una nuova battaglia prevista al Parlamento. emiciclo il 28 novembre.
“Grande vittoria!”, ha esclamato con entusiasmo la leader dei deputati ribelli, Mathilde Panot, dopo il voto.
Il testo, presentato dal gruppo LFI nell'ambito della sua “nicchia” parlamentare, è stato approvato con 35 voti (della sinistra e del Raggruppamento Nazionale), contro 16 (del centro e della destra). Verrà esaminato il 28 novembre in emiciclo.
La riforma, adottata nel 2023, era “democraticamente e socialmente ingiusta ed economicamente inefficace”, ha affermato il relatore Ugo Bernalicis (LFI).
Ha votato a favore la RN, che a fine ottobre aveva presentato una proposta simile, che la sinistra non ha sostenuto. È “uguale al nostro e non siamo settari”, ha sostenuto Thomas Ménage (RN).
La proposta approvata mercoledì non tocca solo l'età d'inizio ma anche il periodo contributivo: si riduce da 43 a 42 rendite, il che equivale anche ad abrogare la riforma portata avanti nel 2013 dalla ministra socialista Marisol Touraine durante il quinquennio di mandato. François Hollande.
I socialisti, che avrebbero preferito mantenere questa riforma del 2013, hanno deciso nonostante tutto di approvare il testo complessivo.
“Per la prima volta abbiamo votato per l'abrogazione della riforma delle pensioni, e da ora in poi la riforma sarà in sospeso”, ha dichiarato Eric Coquerel, presidente del comitato finanziario della LFI, a RTL.
– Ostruzione? –
I rappresentanti della coalizione di governo, dal canto loro, hanno messo in guardia contro un testo “non serio” o “irresponsabile”.
“Dobbiamo essere onesti con i francesi: se questa riforma delle pensioni verrà abrogata, ovviamente potranno andarsene” prima, “ma con una pensione molto più bassa”, per la deputata macronista Stéphanie Rist.
Tutti gli occhi sono ora puntati sul 28 novembre, la giornata riservata ai testi LFI, che aprirà alle 9:00 e terminerà a mezzanotte in punto.
La destra e il centro continuano a valutare la loro strategia.
“Alcuni invocano di non andare al voto”, difendendo centinaia di emendamenti per rallentare il dibattito e impedire che la votazione si svolga nei tempi previsti, ma la tattica potrebbe essere “pericolosa in termini di immagine”, ritiene un esecutivo della coalizione Barnier.
“Non molliamo, niente regali!”, anticipa un altro dirigente macronista, che chiede ostruzione.
“Non possiamo, con un tratto di penna, senza la parola (…) abrogare questa riforma”, ha dichiarato alla stampa parlamentare il deputato macronista Mathieu Lefèvre, per il quale “questo dibattito merita tempo”.
– Energia, donne e salari –
Oltre il 28 novembre, la sinistra pretende di poter portare fino in fondo questa proposta di abrogazione: prevede di inserirla al Senato il 23 gennaio in una nicchia comunista, poi in seconda lettura all'Assemblea il 6 febbraio, in una prospettiva ambientalista fessura.
Tuttavia, l’abrogazione non ha alcuna possibilità di successo nella Camera bassa, dominata dalla destra e dal centro. Il testo Insoumis potrebbe addirittura essere giudicato inammissibile prima del voto, a causa del peso che graverebbe sulle finanze pubbliche.
Il gruppo LFI ha fatto adottare in commissione anche altri testi, come quello di Alma Dufour sui prezzi dell'elettricità, comprendente misure per estendere i prezzi regolamentati e regolare i margini dei raffinatori, ma ha tagliato un articolo importante sul blocco dei prezzi. Matthias Tavel gli ha fatto adottare un testo volto a vietare il divario salariale superiore a 20 tra dipendenti e capi.
È stato inoltre adottato un testo di Gabrielle Cathala per il riconoscimento della fatica delle professioni svolte in gran parte da donne stabilendo fattori di rischio professionale. Con un altro obiettivo: “permettere a più di 4 milioni di donne che lavorano nelle professioni essenziali di andare in pensione prima”, secondo la deputata.
La loro messa al voto in emiciclo è però molto incerta, visti i tempi che dovrebbe richiedere l'esame del testo sulle pensioni.