Mentre il Libano è stato classificato tra i paesi più disuguali al mondo, Beirut non fa eccezione: ospita le fasce più ricche della popolazione e funge da centro economico di un paese nel mezzo del collasso economico e istituzionale. Storicamente un importante centro economico del Medio Oriente, la città oggi si trova ad affrontare crescenti disuguaglianze, esacerbate dal collasso monetario, da un'iperinflazione devastante e da una crisi bancaria che ha indebolito risparmi e investimenti, dal 2019. Il settore immobiliare, da tempo motore di crescita, è colpita dalla speculazione, con lo scoppio di una bolla immobiliare, che ha lasciato il posto a un mercato stagnante e a prezzi inaccessibili per molti residenti – situazione aggravata dall'esplosione del porto di Beirut il 4 agosto 2021. Oggi la città è sotto il fuoco degli israeliani bombe mentre lo Stato ebraico iniziava a bombardare il Libano il 26 settembre. A subire gli scioperi sono soprattutto i sobborghi meridionali della città, roccaforte degli Hezbollah. Hezbollah, che domina l’area, esercita un’influenza politica ed economica sul settore – in un misto di clientelismo e palliativo nei confronti di uno Stato in fallimento che non sembra più in grado di fornire servizi pubblici minimi alla sua popolazione.
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