Pierre Palmade, un processo per esempio?
Quasi due anni dopo il terribile incidente provocato sotto l'effetto di droghe, l'artista, che rischia 14 anni di carcere, sarà processato questo mercoledì 20 novembre a Melun. Dove alcuni sognano di fare del suo processo una lezione di moralità piuttosto che di diritto
“Il mio cliente ha sempre detto di sentirsi responsabile”
Perseguito per “lesioni non intenzionali”, l'artista 56enne ha tuttavia subito subito l'ira del suo avvocato, indignato dal fatto che l'imputato non sia stato perseguito qui per omicidio colposo. “La legge francese protegge gli animali domestici meglio del nascituro”, ha tuonato, riferendosi alla morte del bambino che Mila, la passeggera ferita, portava con sé da sei mesi. “Questa giurisprudenza in superficie è sorprendente. »E poi chiedere al presidente di riclassificare i fatti.
Senza battere ciglio, Pierre Palmade lo ascolta finché non lascia al suo avvocato il compito di scartare l'ipotesi. “Il mio cliente ha sempre detto di sentirsi responsabile della morte di questo bambino, e lo ripeterà anche in questa sede. Ma poiché non rientra nella legge, appartiene solo alla sua coscienza. In questo caso, che ha già subito numerose eccezioni, non vi è motivo di ritenere che la legge debba applicarsi diversamente al sig. Palmade. »
Pierre Palmade non distoglie lo sguardo da Mila
Alle terribili foto dello scontro proiettate sugli schermi del tribunale seguono le testimonianze delle due vittime presenti all'udienza. Prima quella di Yuksel, l'autista che zoppica verso il bar per raccontare il calvario del figlio Devrim, rimasto ferito ancora più gravemente. La doppia punizione della sofferenza fisica e ora psicologica, quando lo studente di 8 anni viene deriso a scuola per il suo volto che porta i segni della tragedia. Mascella rotta e destino.
“Dopo lo shock mi fa male lo stomaco. Sento il bambino gemere ma non lo vedo”
Finalmente appare Mila, la giovane donna che piange ancora il suo bambino nato morto. Ricordi intatti nonostante il diniego di cui ammette, in lacrime, di soffrire a lungo. “Dopo lo shock mi fa male lo stomaco. Sento il bambino gemere ma non lo vedo. Una volta in ospedale, penso di aver appena partorito, che il piccolo Solin stia dormendo accanto a me. »
Pierre Palmade, se non appassionato perlomeno molto concentrato, non stacca gli occhi da Mila quando la sente parlare dei suoi incubi ormai ricorrenti. “Poiché la persona in questione è molto conosciuta e pubblicizzata, mi appare spesso il suo volto. C'è tanta rabbia essere qui oggi, ma anche la difficoltà di affrontare lo sguardo di chi ha causato la morte di mio figlio. »