Dominati nelle mischie chiuse e contrastati in touch dalla formazione neozelandese che li ha decifrati perfettamente nel primo tempo, i Blues hanno alzato l'asticella nella ripresa vincendo di poco.
Se c'è un settore in cui i Blues contavano di vincere contro i neozelandesi, era quello della conquista. In primo luogo perché è un marchio del rugby francese, in secondo luogo perché è spesso su questi famosi fondamentali che i francesi puntano per vincere contro le nazioni del Sud. La missione però non si presentava facile perché gli All Blacks sono arrivati allo Stade de France carichi di certezze acquisite grazie alle due recenti vittorie contro squadre del Nord, Inghilterra e Irlanda. La vittoria di Dublino la dice lunga anche sullo stato di salute della conquista nerazzurra: un solo pallone perso in touch su nove tiri, tre tiri avversari rubati, 100% in mischia chiusa e soprattutto cinque palloni rubati nel gioco a terra. Insomma, gli azzurri erano avvisati.
Il problema è che nulla è andato come previsto. Almeno all'inizio. Innanzitutto perché il pilastro destro francese Tevita Tatafu si è infortunato nel primo minuto di gioco, e ha dovuto cedere il suo posto otto minuti dopo. Un infortunio che ha accelerato l'ingresso in gioco del Rochelais Georges-Henri Colombe, entrato al cinquantesimo minuto di gioco la scorsa settimana contro il Giappone. Solo che il Rochelais è stato subito dominato dal suo diretto avversario, il mancino Tamaiti Williams. Con il progredire del gioco, il fenomeno è diventato solo più pronunciato. Fino al 27° minuto, quando la mischia azzurra si è trovata davvero sotto la pressione della Nuova Zelanda, e dove Greg Alldritt, anche lui sotto pressione, è stato intercettato dal mediano di mischia Cam Roigard che si è precipitato in porta. A questo aggiungete un tocco sbagliato, con tre tiri persi solo nel primo tempo e capirete perché i Blues sono tornati negli spogliatoi con un ritardo di sette punti (10-17).
Roumat mette in contatto la leadership
Fortunatamente per gli azzurri, nel secondo tempo la tendenza si è invertita. Già perché ci sono state qualche mischie in meno, e quindi meno occasioni di subire la pressione neozelandese in questo settore. Altro fattore, l'uscita di Tamaiti Williams ha permesso a Colombe di prendere le misure del suo avversario, Ofa Tu'ungafasi. Poi perché la sosta deve aver permesso ai Blues di rivedere la loro copia in touch, visto che erano più efficaci nel gioco aereo. In particolare grazie ad Alexandre Roumat, che ha preso la leadership e si è imposto sui lanci francesi.
Da notare anche che i neozelandesi sono stati meno pronti a tentare i contropiedi aerei, aspettando più spesso i Blues a terra almeno nei primi venti minuti del primo tempo. Tanto meglio, perché i Blues hanno trovato colore anche nei palloni portati, come quello iniziato al 43esimo che ha mandato Paul Boudehent dietro la linea, o quello tentato meno di dieci minuti dopo che ha permesso a Thomas Ramos di passare un rigore significativo che porta gli All Blacks a dieci punti (27-17).
Gli attaccanti azzurri hanno dato un nuovo segnale positivo con un'efficace palla portata realizzata dopo una presa di Charles Ollivon al 76', quando i Blacks erano indietro di un solo punto (30-29). In touch, Thibaud Flament si è distinto anche nel finale di partita interrompendo un tiro neozelandese a meno di dieci metri dalla linea. Un'ultima occasione meno sfruttabile per i neozelandesi che, in quel momento, dovevano ancora risalire il campo per segnare. Ipotesi resa impossibile da questi Blues che hanno mostrato grande forza di carattere.
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